Il Governo di Mario Monti intende far sul serio sulla spending review: per questo ieri ha deciso di nominare Enrico Bondi, soprannominato “il risanatore” proprio per la sua competenza e capacità di rimettere in sesto aziende e conti disastrati. Come sappiamo, infatti, gli obiettivi della spending review (“revisione della spesa”) sono: ridurre la spesa pubblica attraverso un’oculata revisione dei suoi flussi; riorganizzare le attività rendendole più efficienti e limitando quindi gli sprechi. Per assicurare rapida esecuzione al programma di revisione della spesa – in particolare vista l’urgenza dell’intervento che potrebbe scongiurare l’aumento dell’Iva previsto per ottobre -, il Consiglio dei ministri, con decreto legge, ha previsto la funzione di Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi con il compito di definire il livello di spesa per voci di costo. L’incarico verrà affidato appunto a Enrico Bondi.
Per dimostrare che tale nomina è in linea con l’obiettivo dichiarato e che è dovuta alla competenze di Bondi, il Governo stesso ha deciso di pubblicarne il curriculum vitae. Dando una scorsa vediamo che è nato ad Arezzo il 5 ottobre del 1934, che si è laureato in Chimica a Firenze, che conosce l’inglese, il francese e il tedesco e che è sposato e ha due figli. Venendo alle esperienze professionali, ha iniziato la sua attività lavorativa nel 1957 come ricercatore presso l’Istituto di Ricerche Resine di Castellana della Montedison, divenendo poi responsabile del Centro Ricerche Fertilizzanti di Porto Marghera e, successivamente, Responsabile Miglioramento Prodotti e Processi. Nel 1973 approda all’Industria Vernici Italiane in qualità di Responsabile Ricerca e Sviluppo, ma due anni più tardi passa Alla Snia con la stessa mansione, salvo poi diventare Amministratore delegato delle società del settore chimico. Nel 1986 viene nominato Responsabile del settore Difesa e spazio della Snia. Nel 1990 passa in Fiat in qualità di Responsabile del raggruppamento Sistemi Difesa e spazio.
Nel 1993 comincia la sua attività di “risanatore”, quando viene chiamato alla Montedison in qualità di Amministratore delegato. Riesce quindi a rimettere in piedi il gruppo chimico presso cui aveva cominciato la sua attività lavorativa e nel 2001 diventa Amministratore Delegato di Olivetti e Telecom Italia. Nel 2002 entra nel Gruppo Premafin Fondiaria Sai e l’anno dopo è Presidente e poi Amministratore delegato di Lucchini.
Nel 2003 ottiene forse l’incarico che lo ha reso più celebre: viene nominato Commissario straordinario di Parmalat, azienda sull’orlo del fallimento. Dopo aver convinto fornitori e dipendenti, riesce anche a riportare in Borsa la società nel 2005 divenendone Amministratore Delegato. Il risanamento è compiuto, ma Bondi deve poi abbandonare il gruppo di Collecchio che nel 2011 passa sotto il controllo della francese Lactalis. Per qualche mese, tra fine 2006 e inizio 2007 è anche presidente della squadra di calcio Parma fino alle cessione a Tommaso Ghirardi.