Dave Brubeck, 91 anni, è morto. Proprio domani avrebbe compiuto 92 anni, in quanto nato il 6 dicembre del 1920. E’ stato uno dei maggiori pianisti jazz di ogni epoca, attivo sino alla fine della sua vita continuando a esibirsi in tutto il mondo anche in età avanzata. Lo si ricorda per un pezzo come Take Five, inusuale brano composto nel tempo di cinque/quarti (tra i suoi tanti contributi al jazz proprio quello di avervi inserito i tempi dispari) ma la sua fama è ben più ampia. Ad esempio le musiche suonate e composte come leader del suo Dave Brubeck Quartet che mise insieme nel 1951. Il gruppo fu infatti uno degli artefici di una delle maggiori svolte nella storia del jazz, quella definita del movimento californiano, West Coast Cool Jazz, di cui altri esponenti furono Chet Baker e Gerry Mulligan. Il suo stile era fortemente influenzato dai suoi studi di musica classica: da ragazzo infatti aveva studiato con la madre in Inghilterra musica classica ma non riuscì per qualche motivo a diventare concertista di professione. Fu durante gli studi universitari che cominciò ad appassionarsi al jazz. Con il suo Quartet si fece conoscere a livello nazionale anche se il primo disco uscì solo nel 1953, intitolato “Jazz at Oberlin” registrato dal vivo. Una caratteristica del gruppo era quella di esibirsi nei campus dei college universitari ottenendo così il plauso del pubblico giovanile. A testimonianza di questo, passati alla più prestigiosa casa discografica Columbia, nel 1954 pubblicarono un altro disco dal vivo come i primi due “Jazz Goes to College”. E’ un disco che venne indicato tra i più significativi dischi jazz degli anni cinquanta. Tanto che la prestigiosa rivista Time nello stesso anno dedicò la sua copertina a Brubeck il primo musicista jazz ad avere questo onore. In seguito avrebbe suonato anche con la New York Philarmonica Orchestra diretta da Leonard Bernstein, eseguendo dal vivo una composizione scritta dal fratello Howard, Dialogues for jazz combo and orchestra. Viene così a scomparire uno degli ultimi giganti della massima stagione del jazz moderno, quello del primo dopo guerra.