E’ morto improvvisamente, stroncato da un infarto all’età di 64 anni, il Consigliere del Presidente della Repubblica, Loris D’Ambrosio. Il suo nome si era recentemente trovato al centro delle polemiche a seguito delle intercettazioni delle conversazioni instaurate con l’ex ministro Nicola Mancino nell’ambito dell’inchiesta Stato-Mafia. Ad annunciare la scomparsa di D’Ambrosio è stato proprio il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, attraverso una nota del Quirinale : “Annuncio con animo sconvolto e con profondo dolore la repentina scomparsa del dott. Loris D’Ambrosio, prezioso collaboratore mio come già del mio predecessore, che ha per lunghi anni prestato alla Presidenza della Repubblica l’apporto impareggiabile della sua alta cultura giuridica, delle sue molteplici esperienze e competenze di magistrato giunto ai livelli più alti della carriera. Egli è stato infaticabile e lealissimo servitore dello Stato democratico”, ha dichiarato il presidente della Repubblica. “Insieme con l’angoscia per la perdita gravissima che la Presidenza della Repubblica e la magistratura italiana subiscono – si legge ancora nella nota del Colle – atroce è il mio rammarico per una campagna violenta e irresponsabile di insinuazioni e di escogitazioni ingiuriose cui era stato di recente pubblicamente esposto, senza alcun rispetto per la sua storia e la sua sensibilità di magistrato intemerato, che ha fatto onore all’amministrazione della giustizia del nostro Paese. Mi stringo con infinita pena e grandissimo affetto alla consorte, ai figli, a tutti i famigliari e al mondo della magistratura e del diritto”. Loris D’Ambrosio era nato a Isola del Liri nel dicembre del 1947 ed era Magistrato e consigliere del presidente della Repubblica per gli Affari dell’Amministrazione della Giustizia. Dopo essere stato pretore a Volterra e poi sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma, nel maggio 2006 Napolitano lo aveva nominato suo Consigliere per gli Affari dell’Amministrazione della Giustizia e direttore dell’Ufficio che cura tali Affari.
Una volta appresa la notizia della scomparsa, anche il vice presidente del Csm, Michele Vietti, ha dichiarato che “la perdita del dottor D’Ambrosio lascia un vuoto incolmabile, sia per i rapporti umani che lo legavano a molti di noi, sia per la straordinaria professionalità che ci verrà a mancare”. “Piangiamo – ha concluso Vietti – la scomparsa di un magistrato che ha illustrato l’intero Ordine, non solo con l’impegno giudiziario ma anche mettendo la sua eccezionale competenza al servizio dello Stato in modo sempre irreprensibile”.