Tito Traversa è morto dopo tre giorni di coma, ricoverato nell’ospedale di Grenoble in Francia dove era stato trasportato dopo il grave incidente in allenamento durante la scalata di una parete rocciosa a Orpierre, in Francia. Il giovanissimo rocciatore italiano, un bambino di soli 12 anni, non è sopravvissuto al gravissimo trauma cranico riportato dopo il volo di venti metri, patito – forse – per una leggerezza, quella di aver usato l’attrezzatura di una sua amica e non la propria durante questa arrampicata in parete. Sono stati i genitori, il papa Giovanni Traversa e la mamma Barbara Siro a confermare il decesso e ad acconsentire che gli organi di Tito venissero espiantati e donati ad altre persone ammalate. Tito non era, a dispetto della giovane età, un rocciatore inesperto. Già due volte campione italiano, e due volte campione mondiale di arrampicata sportiva. Si stava allenando in Francia, dopo essere partito da Torino con gli altri allievi della scuola Beside. La dinamica dell’incidente è stata misteriosa quanto semplice nella sua drammaticità. Diversi dei fermi a puntello della corda che lo avrebbe dovuto sorreggere sono saltati e il ragazzo aveva fatto questo volo all’indietro di venti metri prima di battere violentemente la testa a terra ed entrare, quasi immediatamente, in coma. Un sonno da cui non si è purtroppo più risvegliato.