Un terremoto di magnitudo 3.9 si è verificato questa mattina in Piemonte, in provincia di Cuneo, non lontano dal confine francese. Il sisma è avvenuto esattamente alle ore 11.20, con epicentro nel distretto sismico che l’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, definisce delle Alpi Cozie. L’epicentro è stato localizzato alle coordinate 44.572°N, 7.206°E a una profondità di 10,2 chilometri. In attesa di ulteriori aggiornamenti, per il momento sembra che il terremoto non abbia provocato feriti tra la popolazione o danni al patrimonio urbanistico dell’area coinvolta. Come spiega a IlSussidiario.net Stefano Gresta, presidente dell’Ingv, «il terremoto avvenuto questa mattina non stupisce particolarmente. E’ vero che eventi di questa magnitudo non sono molto frequenti, ma certamente rientrano nell’attività fisiologica di una zona caratterizzata da una alta sismicità come quella delle Alpi. Sia dal versante italiano che da quello francese, infatti, non è raro assistere a diversi eventi sismici, anche se spesso di magnitudo più bassa. E’ una zona che conosciamo bene e le nostre stazioni sono ben presenti nell’area, sia italiana che francese». Gresta spiega dunque quali sono i fattori che hanno concorso alla creazione di questo terremoto: «In una zona caratterizzata dalla presenza di una catena montuosa, quindi un prolungamento della crosta terrestre, è normale che prima o poi si possano verificare alcune fratture della crosta terrestre e un conseguente rilascio di energia sismica. Inoltre in questa particolare area ci troviamo al limite di quella che è la zona di contrasto tra la placca Europea e quella Adriatica, che si infila sotto la Pianura padana, quindi una zona dove la cinematica è abbastanza complessa. Vorrei però ribadire che, proprio per la presenza di una catena montuosa, è normale aspettarsi una frequente attività sismica». Il terremoto, ci conferma Stefano Gresta, è avvenuto a una decina di chilometri di profondità, quindi piuttosto in superficie. Per questo motivo il sisma viene avvertito distintamente da molti comuni che si trovano non lontani dall’epicentro: «Vi è però un altro fattore – sottolinea il presidente dell’Ingv -. La Pianura Padana è caratterizzata dalla presenza di sedimenti che amplificano le onde sismiche. Un elemento che, insieme alla non eccessiva profondità del terremoto, permette che questo venga avvertito chiaramente». Gresta conclude spiegandoci che «fino a qualche minuto fa non si è verificata alcun nuova scossa. Normalmente potrebbero verificarsi nuovi terremoti, però è anche vero che non sono rari eventi di rottura isolata, quindi non seguiti da altre scosse».
Ricordiamo infine che i comuni compresi in un raggio di dieci chilometri dall’epicentro, che più di tutti hanno dunque avvertito il sisma di poco fa, sono quelli di Celle di Macra (Cn), Frassino (Cn), Macra (Cn), Sampeyre (Cn), San Damiano Macra (Cn) mentre quelli a una distanza massima di venti chilometri dal punto in cui l’evento si è verificato sono Barge (Cn), Bellino (Cn), Brossasco (Cn), Canosio (Cn), Cartignano (Cn), Casteldelfino (Cn), Castelmagno (Cn), Crissolo (Cn), Dronero (Cn), Elva (Cn), Gambasca (Cn), Isasca (Cn), Marmora (Cn), Martiniana Po (Cn), Melle (Cn), Monterosso Grana (Cn), Oncino (Cn), Ostana (Cn), Paesana (Cn), Pontechianale (Cn), Pradleves (Cn), Prazzo (Cn), Rifreddo (Cn), Roccabruna (Cn), Sanfront (Cn), Stroppo (Cn), Valmala (Cn), Venasca (Cn), Villar San Costanzo (Cn).