Una nuova scossa di terremoto ha interessato oggi la Calabria, in particolare la provincia di Cosenza. L’ultimo evento è stato registrato poco fa, più precisamente alle ore 14 e 25, di magnitudo 2.3 gradi sulla scala Richter. Il sisma si è verificato a una profondità di 6.1 chilometri alle coordinate 39.871°N, 16.011°E, nel distretto sismico del Pollino che già da qualche tempo è attraversato da uno sciame sismico di lieve intensità. Secondo quanto riportato dall’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, i comuni che si trovano nel raggio di dieci chilometri dall’epicentro sono ROTONDA (PZ), LAINO BORGO (CS), LAINO CASTELLO (CS) e MORMANNO (CS), mentre quelli in un raggio di venti chilometri sono CASTELLUCCIO INFERIORE (PZ), CASTELLUCCIO SUPERIORE (PZ), SAN SEVERINO LUCANO (PZ), VIGGIANELLO (PZ), ACQUAFORMOSA (CS), CASTROVILLARI (CS), LUNGRO (CS), MORANO CALABRO (CS), ORSOMARSO (CS), PAPASIDERO (CS), SAN BASILE (CS), SAN DONATO DI NINEA (CS), SANTA DOMENICA TALAO (CS), SARACENA (CS) e VERBICARO (CS). Ben più forte è stato invece il sisma verificatosi stanotte alle ore 1 e 12 in provincia di Reggio Calabria: una forte scossa di terremoto, pari a 4.6 gradi della scala Richter, è stata registrata nei pressi della costa di fronte allo stretto di Messina. Molta paura ovviamente, ma fortunatamente nessun danno a edifici o persone. L’epicentro della forte scossa è stato individuato alle coordinate 38.25°N, 15.709°E e a una profondità di 40,6 chilometri, profondità tale da far diminuire l’intensità degli effetti di una scossa di tale livello. Come ha spiegato a IlSussidiario.net il responsabile di sala dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, professor Claudio Chiarabba, “non si sono registrate successive scosse di assestamento perché la scossa di questa notte è stata una di quelle che avvengono a grande profondità. Si è trattato dunque di un terremoto profondo che segue la dinamica che conosciamo della zona al di sotto dell’arco calabro: sono terremoti profondi che difficilmente o quasi mai fanno repliche”.
Ovviamente, ha continuato a spiegare Chiarabba, “come sempre in caso di terremoti è impossibile fare previsioni, ma “quello che si può dire è che non si sono attivate fratture crostali che sono quelle che creano le sequenze lunghe che si protraggono nel tempo, come successo ad esempio in Emilia. Quando invece i terremoti avvengono a poca profondità vengono risentiti di più ma non possiamo certo fare previsioni”.