Un campo di moduli abitativi che potrebbe ospitare 400 persone è pronto per Amatrice, ma non può essere utilizzato. La pratica della donazione per il Comune del Centro Italia colpito dal terremoto si è persa nel labirinto della burocrazia per la frustrazione del sindaco Sergio Pirozzi. La vicenda è stata ricostruita da La Repubblica: l’intero campo è costituito da 14 palazzine per un totale di 5mila metri quadrati di camere con bagno e riscaldamento, spazi comuni e cucine. Il fabbricato non è nuovo: è stato utilizzato prima in Somalia e poi nei cantieri della metropolitana di Milano, ma da tre anni è impacchettato in 37 container all’Interporto di Livorno. «Io m’arrendo… ma che devo fare?» sbotta il primo cittadino di Amatrice, a cui avrebbe fatto comodo il piccolo villaggio durante l’ultima emergenza maltempo. A inizio anno i dirigenti della Ciano International, che si occupa di catering nelle basi della Nato e delle Nazioni Unite, si offrono di donare quei container ad Amatrice, sostenendo che sono conservati molto bene e garantendo di montarlo gratuitamente. Grazie all’intercessione di Maurizio Scelli, ex deputato di Forza Italia ed ex capo della Croce Rossa italiana, vengono messi a disposizione dalla Croce Rossa i tir per il trasporto in Lazio. A quel punto viene coinvolta la Protezione Civile nazionale, che rimanda la questione a quella regionale del Lazio. «Da lì in avanti, le cose sono diventate confuse» racconta Pirozzi. Nell’attesa trapela il dubbio che il campo sia stato rifiutato perché usato, ma il problema è che non si riesce a capire che abbia fermato l’operazione. Carmelo Tulumello, direttore dell’Agenzia regionale della Protezione civile del Lazio, sostiene di non aver posto alcun veto, ma Pirozzi e gli altri sindaci aspettano un via libera che non è ancora arrivato. La beffa pochi giorni fa: la Ciano è alla ricerca di qualcuno a cui offrire il campo abitabile.