Svolta in merito ad un duplice omicidio avvenuto a Crotone alla fine dell’anno scorso. Come riferito in queste ultime ore da numerosi organi di informazione online, a cominciare dai colleghi di TgCom24.it, i carabinieri del Nucleo investigativo di Crotone hanno eseguito una misura di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip nei confronti di una persona, ritenuta l’autore del duplice omicidio commesso il 22 dicembre del 2018 in quel di Pallagorio, nel crotonese. Le vittime furono due allevatori del posto, tali Francesco e il figlio Saverino Raffa, che vennero ritrovati senza vita vicini alla propria automobile, un fuoristrada della Suzuki con un piccolo cassone, di colore bianco. Entrambi sono stati ammazzati con dei colpi di fucile, e pare che alla base del folle gesto non vi sia una reale motivazione, se non una lite per dei futili motivi. Forse fra i tre vi erano stati dei precedenti screzi, o forse questioni lavorative non chiarite, non si sa di precisione, fatto sta che le forze dell’ordine stanno cercando di ricostruire con esattezza quanto accaduto.
CROTONE, DUPLICE OMICIDIO DI ALLEVATORI DEL 2018
Un’indagine lunga e complessa durata ben sette mesi, durante i quali i carabinieri della compagnia locale hanno effettuati i rilievi sulla scena del crimine nonché a casa dell’indagato, e hanno analizzato le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, e infine, raccogliendo informazioni a livello locale e ascoltando presunti testimoni o persone che avrebbero potuto rivelare qualche dettaglio importante. Il presunto assassino si chiama Annunziato Lerose, di 62 anni, e avrebbe ucciso padre e figlio Raffa: il primo è stato trovato con un’evidente ferita al collo, ancora all’interno del pick up Suzuki, riverso sul volante, mentre il secondo è stato trovato all’esterno del mezzo, forse in un disperato tentativo di scappare, con una profonda ferita all’addome. Nel corso della mattinata si terrà una conferenza stampa presso gli uffici del Comando Provinciale dei Carabinieri, alla presenza del procuratore capo, Giuseppe Capoccia, e dei titolari dell’indagine.