LA STORIA/ “Esperimenti danteschi”, il miracolo della cattedra che non c’è
Nel 2005, quando il corso di laurea in Lettere viene decurtato di tre quarti dei canti della Divina Commedia, alla Statale di Milano tre studenti non ci stanno e prendono l’iniziativa: nasce Esperimenti danteschi. Ne parla CLAUDIA GRASSI

Con Dante sono discesi nell’inferno, risaliti per le balze del purgatorio, e poi, attraversando i cieli del paradiso, sono giunti a contemplare «l’Amor che move ’l sole e l’altre stelle». Ad accompagnare il loro viaggio guide d’eccezione: illustri professori, arrivati a Milano non su invito di stimati colleghi, ma di un gruppo di semplici studenti universitari. Questo spettacolo – vero e proprio unicum nel panorama universitario – dura ormai da sei anni, ogni mercoledì da metà febbraio a fine maggio all’Università degli Studi di Milano: professori invitati nelle aule di via Festa del Perdono per spiegare due o tre canti della Commedia, dalla selva oscura fino alla visione di Dio.
Ma andiamo con ordine. Tutto è iniziato nel 2005. A seguito della riforma dei piani di studio, il corso di laurea in Lettere è mutilato dei tre quarti della Commedia dantesca: da cento canti a ventiquattro, nel migliore dei casi. E qui accade l’imprevisto: tre amici studenti di Lettere invece di subire passivamente, lamentarsi o inscenare una protesta – come accade solitamente in questi casi – raccolgono la provocazione e decidono di provare a colmare la lacuna inventando la “cattedra che non c’è”. Nasce così “Esperimenti danteschi”: un ciclo di quattordici incontri con altrettanti professori che si avvicendano nella lettura integrale del divino poema, Inferno, Purgatorio e Paradiso, una cantica all’anno.
Nella prima edizione (2005-2007) i professori intervenuti erano per lo più milanesi, anche se la cerchia degli invitati si estendeva già a tutta Italia e oltre: tra gli altri, hanno partecipato il professor Cesare Segre (Pavia), Michelangelo Picone (Zurigo), Enrico Malato (Napoli) e Anna Maria Chiavacci Leonardi (Siena), autrice di uno dei migliori commenti alla Commedia in circolazione, che ha introdotto le prime due cantiche e concluso la terza.
Negli anni la passione contagia altri amici: dal piccolo gruppetto iniziale si arriva ben presto a un nutrito battaglione di una cinquantina di studenti, tutti impegnatissimi nello studio del poema – per arrivare alle lezioni preparati e saper cosa domandare ai professori – e nei mille particolari organizzativi, dalla prenotazione del biglietto aereo alla cura del sito internet (www.esperimentidanteschi.it).
Anche l’esperienza matura e si arriva così alla seconda edizione (2008-2010, appena conclusa), nella quale “Esperimenti danteschi” dà il meglio di sé e acquista un respiro sempre più internazionale. I numeri e la geografia stanno lì a dimostrarlo: in sei anni oltre settanta professori partecipanti – non solo letterati ma anche filosofi e poeti – tra i migliori dantisti del mondo, dagli Stati Uniti all’Australia, passando per Inghilterra e Russia. In molti casi tra gli studenti e i professori – che spesso non credono ai loro occhi di fronte ad ascoltatori tanto attenti e preparati – nasce una vera e propria amicizia: più di un docente si prenota anche per l’anno successivo. È capitato persino di sentirsi ringraziare così: «Voglio assolutamente dirvi quanto io abbia apprezzato e gradito tutto quello che ho sperimentato a Milano: l’accoglienza, l’ambiente simpaticissimo, la vostra passione per Dante. Valeva la pena di vivere 77 anni per avere questa esperienza eccezionale! Grazie di cuore…».
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E il pubblico? Già, il pubblico: moltissimi gli studenti universitari, ma accanto a loro affollano i banchi della Statale anche studenti delle scuole superiori, professori universitari, dottoranti e appassionati di tutte le età. Si tratta di segnali piccoli e grandi che confermano la bontà dell’intuizione originale: un’iniziativa nata non per timbrare il cartellino, ma per il desiderio di non privarsi della ricchezza dell’opera di Dante, per l’esigenza di imparare dal suo genio e confrontarsi col suo cammino al tempo stesso personale e universale. Un esempio di università vissuta, un tentativo di ricerca condiviso.
Anche per questo motivo gli organizzatori hanno deciso di pubblicare gli atti degli incontri: un modo per rendere disponibile a chiunque – insegnanti, professori universitari, studenti e semplici interessati – la ricchezza emersa dalle lezioni e uno strumento di aggiornamento prezioso per chi con Dante ha spesso a che fare, per lavoro e – ci si augura – per passione. Per ora sono usciti presso Marietti i primi due volumi, Esperimenti danteschi. Inferno 2008 (a cura di Simone Invernizzi) e Esperimenti danteschi. Purgatorio 2009 (a cura di Benedetta Quadrio), entrambi in vendita nelle librerie (24 euro), nella certezza che il Paradiso arriverà quanto prima.
E ora? Tutto finito? Macché. Alcuni tra gli organizzatori e gli amici che in questi anni li hanno seguiti si sono lasciati provocare dal titolo del prossimo Meeting di Rimini: «Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore» e hanno pensato subito all’Ulisse dantesco. Ne è nata una mostra drammatizzata in tre quadri sul protagonista del canto ventiseiesimo dell’Inferno: Ulisse, immagine insuperata della grandezza dell’uomo e del suo irrefrenabile impeto a penetrare nell’ultima profondità delle cose. A una prima fase di studio e confronto con le principali posizioni della critica letteraria su questa controversa figura, è seguita una fase “creativa” che ha coinvolto attori, musicisti e scenografi. L’intento è quello di restituire al visitatore un’immagine dell’Ulisse che, rendendo conto della complessità di questo personaggio, ne sappia esaltare al massimo il fascino e la portata provocatoria. Per sapere se ci sono riusciti, non resta altro che andare a conoscerli dal 22 al 28 agosto nei padiglioni della Fiera di Rimini.
(Claudia Grassi)
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