Il 23 marzo del 1887 nasceva José Victoriano Gonzàlez-Pérez, conosciuto però dal mondo dell’arte come Juan Gris. Insieme a Picasso e a Braque, Juan Gris è considerato l’inventore del cubismo, uno dei punti più alti dell’arte pittorica del Novecento, ma anche di ogni tempo. Tre spagnoli alla conquista della Francia, come accadeva nei primi del Novecento quando a Parigi si raccoglievano tutti i giovani artisti in piena esplosione creativa. Il cubismo, forma d’arte pittorica, nasce da un giudizio negativo: nel 1908 il famoso pittore Matisse osservando un quadro di Braque disse. “Ma questo quadro è fatto di cubi”. Fu così che si cominciarono a chiamare cubismo le opere dei tre pittori che smontavano e rimontavano l’oggetto come fosse un quadrato. Se Juan Gris disse che Picasso era il suo maestro, lo stesso Picasso era quasi invidioso della bravura di Gris definendolo l’unico pittore che apprezzava veramente. Secondo l’esperto d’arte Giuseppe Frangi contattato da IlSussidiario.net, “se è vero che tra Juan Gris, Pablo Picasso e Georges Braque c’era amicizia e una solidarietà che nasceva dal fatto di essere tutti e tre spagnoli, è anche vero che i legami fra i tre dal punto di vista artistico erano molto più tenui di quanto si pensi”. Insieme partecipano alla genesi del cubismo, ma aggiunge Frangi ognuno prese presto la propria strada con una caratterizzazione artistica propria: “Era una amicizia formale, ma non c’era un sodalizio sulla ricerca artistica”. Spiega Frangi che “i destini dei tre pittori convergono, ma immediatamente si evidenziano le differenze. La cosa fa sì che Picasso continui la sua cavalcata all’insegna della capacità di generare esperienze nuove mentre Gris trova una sua misura dentro quella intuizione del cubismo e non si muove più”. Tra l’altro, dice Frangi, Juan Gris muore anche giovane interrompendo così il suo sviluppo pittorico.
Gris infatti muore a soli 40 anni di età il 12 maggio 1927: aveva avuto frequenti problemi cardiaci e muore per una crisi renale lasciando la moglie Josette e un figlio, Georges. Oggi i quadri di Gris hanno valutazioni incredibili: nel 2010 il suo dipinto “Violete et guitare” viene venduto per la cifra di 28 milioni di dollari. Ma quali erano le principali differenze tra Picasso e Gris? Dice Frangi che “Gris si forma come designer quindi cha un approccio dove entra in gioco il colore, ma anche un decorativismo, una visione decorativa del cubismo mentre in Picasso c’è visione molto formale del cubismo. I cubi in Gris si fa fatica a vederli mentre in Picasso anche se con il cubismo lui smonta tutto, l’elemento del cubo rimane evidente: è l’oggetto che viene smontato e rimontato e si vede”. In Gris invece “c’è l’aspetto decorativo dell’oggetto quindi una differenza profonda con Picasso. Dentro questa visione entra anche una componente più ricca del colore mentre in Picasso il colore è funzionale alla rappresentazione dell’oggetto. Gris infine è un pittore molto elegante, molto delicato con una forte dolcezza espressiva”. In definitiva, spiega Frangi, “le distanze fra i due soprattutto guardando a quello che venne dopo il cubismo sono enormi”. Chiediamo se il cubismo in qualche modo vive ancora oggi o è una forma d’arte confinata a un preciso momento storico.
“Non sopravvive di sicuro” dice Frangi “ma è stato un punto di passaggio che non si cancella. Una di quelle svolte che poi in qualche modo vengono metabolizzate da tutti anche se non sei un cubista. Sono insomma quei passaggi che riguardano tutti come il passaggio di Cezanne o quello di Van Gogh. Riguardano tutti, il cubismo poi lo rifiuti o no ma non puoi negarlo, ci devi fare i conti. L’arte del 900 poi è andata a una velocità tale che ha macinato tutto e Picasso ne è l’esempio. Anche Gris stesso supera il cubismo stesso: il cubo non lo vedi più nei suoi ultimi quadri”.