Si celebra oggi l’anniversario della nascita di José Alfredo Jiménez, il compositore e cantautore messicano nato a Dolores Hidalgo il 19 gennaio 1926 e morto a Città del Messico il 23 novembre 1973. In Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Mexico, Nicaragua Google gli dedica il doodle. José Alfredo Jiménez, si legge nella biografia su Wikipedia, è considerato il miglior compositore messicano di musica ranchera di tutti i tempi, è uno dei più famosi cantautori messicani del XX secolo ed il più interpretato fino ad oggi; ha composto un’enorme quantità di canzoni (più di mille): principalmente rancheras, huapangos e corridos. Figlio di Agustín Jiménez Aguilar e di Carmen Sandoval, nacque a Dolores Hidalgo, nello stato messicano di Guanajuato, dove trascorse i suoi primi anni di vita. Nel 1936, alla morte del padre, che era proprietario di una farmacia, si trasferì a Città del Messico con la madre e i tre fratelli, Concepción, Víctor e Ignacio. Già da adolescente iniziò a comporre le sue prime canzoni. La madre di José Alfredo, Carmen, aprì un piccolo negozio, ma non ebbe una buona riuscita e lui dovette quindi contribuire all’economia familiare impegnandosi in svariate occupazioni, tra cui quella di cameriere; fu anche giocatore di calcio. Grazie alle sue canzoni divenne un’icona della cultura popolare in Messico. Non ebbe un’educazione musicale e non sapeve suonare nessuno strumento, non conosceva neppure i termini “valzer” o “tonalità”. Associare la produzione di José Alfredo Jiménez con l’alcol e le ubriacature è inevitabile: era un bevitore. Un romanticismo permissivo aleggiava negli anni cinquanta e la gente accettava la trasgressione da parte dei suoi idoli. Le canzoni di de José Alfredo sono esplicite: la pena amorosa trova un rifugio diretto nel bicchiere di tequila, o in tutta la bottiglia se necessario.