Liliana Cavani è ancora oggi uno dei nomi forti del cinema italiano, uno di quei nomi sinonimo di qualità di conenuti e di alto tasso culturale. A 84 la Cavani ha ancora vogla di rimettersi in gioco e di affrontare temi delicati come quello del Comunismo, una linea di pensiero estrema che in Italia ha sempre incontrato un certo grado di favore. Sulle pagine de La Stampa la Cavani ha espresso il suo libero pensiero su quello che fu il Comunismo, un movimento iniziato con grandi ideali e poi degratadatosi alla stesse stregua del fascismo o del nazismo. La visione della Cavani è lucida, asciutta, storiacamente competente e con una elevata coscienza critica. Sulle pagine de La Stampa leggiamo: ‘Il Comunismo è stato una specie di sogno, almeno all’inizio. Tentava di mettere in pratica tutti quei principi di eguaglianza che erano tipici del Cristianesimo e anche in seguito della Rivoluzione Francese.’ Poi un approfondimento su un personaggio a lei molto caro, San Francesco: ‘Anche Francesco puntava all’uguaglianza. Non lo ha mai predicato apertamente ma la sua vita diceva esattamente questo, è innegabile.’
L’IMPORTANZA DEL 1917
Per comprendere la storia bisogna essere anche in grado di contestualizzare ciò di cui si sta parlando, senza estremismi o preconcetti di alcun tipo. Liliana Cavani, nella sua speciale critica, si sofferma su quella che è stata una data importantissima per il Comunismo: il 1917: ‘Nel 1800 non c’era altro che miseria, analfabetismo ed emigrazione. Lenin, con la sua rivoluzione, riuscì a riscattare tutti quanti. Purtroppo, però, gli intellettuali finirono tutti come le rivoluzionarie francesi, ossia lottarono per essere escluse.’ Dopo Lenin e alcune altre vicende politiche, inizierà il buio assoluto per la Russia, che cadrà sotto il giogo di Stalin, un dittatore terribile e mostruoso che percorrerà la strada già battuta dal fascimo prima e dal nazismo poi. Nonostante la terribile pressione staliniana, comunque, Liliana Cavani ha cercato lo stesso di intravedere un minimo spiraglio di luce: ‘Rimanne comunque valida la buona idea che l’essere umano meriti l’emancipazione politica.’ In questo spaccato di storia si inserisce anche un elemento che fu di fondamentale importanza per la propaganda: il cinema.
L’IMPORTANZA DEL CINEMA
Tutte le dittature si avvalsero dell’azione di convincimento di massa grazie all’operato del cinema. In primis perché era un mezzo nato da poco, agli albori della sua storia; nonostante questo si capiva già benissimo che le sue potenzialità erano enormi. La Cavani infatti afferma: ‘L’arte del cinema era una cosa completamente nuova per quegli anni e fu proprio in quel periodo che nacque il cinema sociale. Nacque il montaggio e si comprese che la storia poteva diventare facilmente un romanzo filmato.’ Di questa particolare situazione ne approfittarono, come già spiegato, le terribili dittature dell’epoca: nazismo, fascismo e comunismo. Continua la Cavani: ‘Non dobbiamo affatto sorprenderci se i totalitarismi dell’epoca ne approfittarono in toto. Il cinema riusciva a trasmettere il messaggio della modernità.’ Le pellicole venivano utilizzate, infatti, come mezzo autoreferenziale: i regimi lodavano se stessi e presentavano un’immagine di sé amplificata, volta soprattutto ad autoesaltarsi. Ma,come sappiamo benissimo dallo svolgersi della storia, anche quella non era altro che finzione.
GALILEO
Liliana Cavani ha avuto una carriera meravigliosa e tutti continuiamo a ricordarla per i suoi film di grande qualità. Due su tutti, forse: Galileo, con la sua regia limpida, fredda, austera e Francesco, un gioiellino in cui Mickey Rourke, da sempre simbolo di trasgressione e machismo, venne invece utilizzato per interpretare il santo d’Assisi patrono d’Italia. Riuscendo anche ad essere pienamente credibile e convincente. Ma tornando a Galielo, la Cavani ricorda come il ‘suo’ scienziato fosse molto distante da quello rappresentato da Bertolt Brecht: ‘Non ho mai amato quel Galileo, quello di Brecht; il mio lo feci molto diverso. Molti pensano che lui tradì quando abiurò le proprie idee ma le cose non stanno così. Galileo aveva compreso che la vita è la cosa più importante di tutte e infatti, in seguito all’abiura, scoprì il microscopio.’ Una donna straordinaria Liliana Cavani, capace di regalare emozioni con film densi di significato, soprattutto spirituale; un modo di vedere la vita e il cinema che oramai non c’è più e che resta, per fortuna, ben impresso nella nostra memoria.