Se qualcuno ha visto il bel film di Mel Gibson Apocalypse, avrà anche visto quale era il miserabile stile di vita dell’America pre colombiana, quella compresa negli attuali stati del Messico e altri della parte centrale cdl continente. L’impero azteco in particolare, autentico regno della morte e del terrore, dove i sudditi venivano tenuti in un clima di povertà e di paura, soggiogati da imperatori-divinità che sacrificavano migliaia di persone, in maggior parte indigeni catturati nelle foreste, alle divinità, specialmente quella del sole. Il film di Mel Gibson, basato su ricerche storiche, ad esempio il cumulo di teschi trovati alla base di una delle piramidi azteche che altro non erano che le stese mozzate delle vittime precipitate dalla sommità del tempio, fa piazza pulita del mito del buon selvaggio che viveva in pace fino all’arrivo dei conquistatori spagnoli che avrebbero distrutto quella “civiltà” per imporre la loro.
E’ vero invece che l’arrivo dei cristiani in Messico, pur attraverso inevitabili guerre, abbia liberato quei popoli dal clima di terrore e morte in cui avevano vissuto per secoli. Un ‘altra prova di quello che era la civiltà azteca è stata recentemente scoperta dagli archeologi nel cuore di Mexico City, capitale messicana fondata su quella azteca. Una torre composta da oltre 650 teschi umani sta emergendo dai sottosuoli e ancora non si è arrivati alla base.
I crani ritrovati appartengono anche a bambini e donne e secondo gli archeologi questi tipi di torri sconvolsero e terrorizzarono gli spagnoli che entrarono per primi nella città. Ricoperta di fango, la torre in gran parte ha conservato la struttura circolare interamente composta di teschi di corpi mozzati uno vicino all’altro e uno sopra l’altro, ma sempre secondo gli archeologi al tempo le teste erano appena state mozzate e quindi lo spettacolo ancora più inquietante. La torre di teschi sorgeva nei pressi del tempio di Huitzilopochtli, il dio del sole, della guerra e del sacrifico umano.