TASSA SUI CANI/ “Bene di lusso”: rivolta su Facebook e Twitter

- La Redazione

Sui social network circola la paura che venga introdotta una tassa sui cani, considerati un bene di lusso. Scoppia la protesta, ma una tassa sui cani in Italia è esistita fino al 1974

caner400 Foto Ansa

Mario Monti l’avrebbe combinata grossa, alienandosi la simpatia e il sostegno dei tantissimi possessori di cani. E’ bastata infatti la notizia che tra le nuove prossime tasse che colpiranno gli italiani come la reintroduzione dell’Ici, al fine di risanare la devastante situazione economica, ci fosse anche una tassa sul possesso del migliore amico dell’uomo. In realtà la notizia aveva cominciato a circolare già prima della nomina di Mario Monti: l’Agenzia delle entrate avrebbe voluto che gli animali domestici vengano considerati “beni di lusso”. E’ intervenuto nei giorni scorsi per primo Marco Meloni, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari che ha lanciato la protesta: non sono un lusso, anzi, sono una risorsa psicologica e sociale per le famiglie che li tengono con sé. Ha poi anche fatto notare che è stata da qualche tempo introdotta la riduzione delle detrazioni sulle spese veterinarie per cani e gatti. Considerando poi quanto si spende in cibo per i cani e i gatti, ha concluso, si arriverebbe a cifre insostenibili e ingiustificate. La protesta del dottor Meloni è quindi passata al web: su Facebook sono nati decine di gruppi che protestano contro il cane inteso come bene di lusso: NO alla TASSA SUI CANI del governo Monti che li definisce bene di lusso; diciamo NO alla tassa sui cani; Contro la ventilata tassa sui cani, NON SONO BENI DI LUSSO!!!! Su Twitter invece viaggiano i messaggini di protesta: “Se Monti tasserà davvero gli animali domestici come bene di lusso vado via da questo paese che non mi rappresenta più…”, “iva al 22 o 23 e tasse sugli animali domestici e loro cure!va bene cosi..non sanno piu dove prenderceli!menomale c’e’ monti”. Ce ne sono poi di particolarmente ironici: “Finalmente i politici si auto-tassano. Inserita la tassa sui cani.” O anche: “Si parla di una tassa sui cani. Molti per pagarla chiederanno un Fido alle banche”. Qualcuno invece si preoccupa seriamente: “Spero sia uno scherzo la tassa sui cani.. Anche perché con tutti quelli che ho vuol dire che morirò di fame”. Molti forse non sanno, o sono troppo giovani per ricordarlo, che una tassa sui cani in realtà in Italia è esistita fino al 1974.  Era stata immessa nel 1918 con Regio decreto, modificato e reso obbligatorio in tutti i comuni con un decreto del 1931 e poi definitivamente eliminata con la riforma tributaria del 1974. Inizialmente era stata ideata soprattutto per motivi sanitari, per mettere ordine e disciplinare il possesso degli animali e per istituire un vero controllo sanitario. Si faceva anche una distinzione di categoria: cani di lusso o di affezione (da compagnia); cani da caccia e da guardia e cani adibiti alla custodia di edifici e di greggi o tenuti a scopo di commercio. 

I primi pagavano di più, fino agli ultimi che pagavano di meno. Si tornerà a questa scala di valori o alla fine la tassa sul cane non verrà proprio per niente introdotta?





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