Da quando è cominciata la guerra in Ucraina si sente continuamente dire che la prima vittima è la verità. Le fake news da una parte e dall’altra sarebbero innumerevoli, tanto che c’è anche chi è convinto che i civili massacrati nelle città occupate dai russi sarebbero una invenzione o più semplicemente “vittime collaterali”. In fondo in tutte le guerre i civili sono vittime.
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Per questo abbiamo raggiunto a Donetsk Giorgio Bianchi, giornalista e fotoreporter, inviato di guerra per Visione TV in Ucraina: “Gli ucraini sono condannati a combattere perché l’Occidente ha messo a disposizione l’apparato propagandistico: la vera arma in mano a Zelensky non sono i carri armati o i missili, ma l’apparato propagandistico, che però è un’arma a doppio taglio. Sono condannati a stare dentro la narrazione che è stata costruita”, ci ha detto in questa intervista.
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Hai notizie precise da Mariupol? Gli indipendentisti hanno detto di aver occupato il porto commerciale. Ti risulta?
Sì, da quello che so il porto è stato preso; tornerò a Mariupol nei prossimi giorni.
Ma la città non è circondata? Si può entrare?
In realtà, a Mariupol si entra e si esce come si vuole. Ci sono andato alcuni giorni fa, dovevo girare delle riprese in un carcere dove gli ucraini, da prima dell’invasione, tengono i prigionieri politici, ma ci siamo dovuti fermare, perché erano in corso combattimenti troppo violenti e la strada era bloccata.
In altre occasioni sei riuscito a entrare a Mariupol?
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Sì, sono stato in un palazzo alto tredici piani, da lassù si vedevano tutti i combattimenti in corso, si scorgeva la grande acciaieria, che è una delle basi ucraine, andata in fumo per i bombardamenti massicci dei russi.
Che cosa hai visto in quella città?
A Mariupol ormai vivono solo donne, anziani e bambini. Ci sono ancora cellule di soldati ucraini, che cercano di confondersi con i civili, ma è difficile passare inosservati se sei un uomo, perché vieni subito fermato per controlli.
Mariupol è davvero stata rasa al suolo come viene detto?
No. Quando sono andato la prima volta mi avevano inviato una infografica in cui si diceva che il 90% della città era distrutto. Ho tentato di sapere da dove avessero estrapolato quel dato e si sono giustificati dicendo che allora poteva essere il 70%. Una seconda volta, usando dei dati ritenuti ufficiali dal sindaco ucraino, mi hanno parlato di 5mila civili morti, sostenendo che era stato distrutto il 50-60% della città. Si diceva che a Mariupol c’erano ancora 250mila civili, un altro dato che contraddice quello di chi parla di 100mila persone. Era evidente che usavano solo dati parziali, a seconda di come fa loro comodo.
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Ma tu cosa hai visto direttamente?
Sicuramente la periferia è devastata, perché i suoi edifici vengono utilizzati come se fossero le mura di una fortezza, con palazzi alti dodici o tredici piani di cemento armato, in cui le finestre sono delle feritoie. Gli ucraini hanno messo i civili nelle cantine o li hanno spostati in altri quartieri. Hanno usato i palazzi civili come mura difensive, quindi sono stati colpiti e distrutti. La gente che ho intervistato afferma che ci sono state discussioni accese con i militari. Dicevano loro: ma se mettete un carro armato all’angolo del palazzo, poi sparate e ve ne andate, è chiaro che i russi rispondono e colpiscono le nostre case.
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E i soldati cosa rispondevano?
Dicono che c’è la legge marziale e possono fare quello che vogliono. Ho intervistato una signora che mi ha raccontato di una coppia andata dai militari a chiedere spiegazioni. Un soldato ha detto al marito: fai stare zitta quella c…, se no ci pensiamo noi. Un’altra donna è stata colpita in faccia con il mitra. Mariupol non è tutta a fianco degli ucraini, buona parte della popolazione è russa, è una città particolare, in cui molti aspettavano i russi come liberatori.
In realtà, un tuo collega che si trova anche lui nel Donbass ha dichiarato alla televisione italiana che anche i russofoni sono delusi da come si comportano i russi: non si aspettavano bombardamenti e attacchi così violenti, tanto da colpire anche loro. È così?
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Non è vero, sono tutti a favore dei russi, si aspettavano di essere inglobati nella Federazione Russa, come è successo in Crimea. È chiaro che dopo un mese senza luce, acqua e gas, staccati dagli ucraini, non siano contenti. Ma anche il Washington Post ha rivelato che gli ucraini usano i civili come scudi umani. Chi vuole andare via deve essere messo in condizione di andare via e chi vuole restare resti.
I corridoi umanitari, però, non ci sono o vengono bombardati e si parla anche di migliaia di ucraini deportati in Russia, è vero?
Questa è una cosa assurda. All’inizio dicevano che non c’erano corridoi umanitari, ma non è vero, c’è gente che entra ed esce in continuazione. Chi afferma che i russi bombardano i corridoi umanitari verso ovest e lasciano liberi quelli verso la Russia, sempre ammesso che sia vero, non tiene conto che l’importante è mettersi in salvo. In un attacco in cui si prevede che anche la zona occidentale del Paese possa essere invasa, meglio scappare a oriente, perché i russi sono più forti.
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Meglio cioè mettersi in mano agli invasori pur di non morire?
Solo in Italia si dice che l’esito della guerra non è scontato. In realtà, se i russi volessero, potrebbero vincere e chiudere la guerra in una settimana. Se questo non è stato fatto, è perché c’è un legame con il popolo, visto che 17 milioni di ucraini sono russi e Mosca non vuole fare un massacro. Non si può definire deportazione il legittimo desiderio di fuggire dove è più facile.
Da quanto vedi e senti gli ucraini combatteranno fino all’ultimo?
Gli ucraini sono condannati a combattere, perché non possono fare altrimenti.
In che senso?
L’Occidente ha messo a disposizione il suo apparato propagandistico: la vera arma in mano a Zelensky non sono i carri armati o i missili, ma l’apparato propagandistico. Però è un’arma a doppio taglio e ormai gli ucraini sono condannati a stare dentro questa narrazione. Prendiamo l’esempio delle trattative: l’Occidente non vuole che si facciano. L’esempio del diplomatico ucciso dopo il primo giro di incontri è emblematico: era uno che non ci stava a questo gioco ed è stato fatto fuori.
Quindi, secondo te, si andrà avanti a oltranza?
L’esito della guerra è scontato, vinceranno i russi. I soldati russi combattono con le mani legate dietro la schiena, non devono ammazzare i civili, non devono causare troppa devastazione. La Russia ha ancora diverse marce a disposizione, per ora stanno usando solo la prima. Mosca potrebbe, ad esempio, chiedere aiuto alla Bielorussia per occupare Kiev, visto che hanno un esercito motivato e ben addestrato, ma la Bielorussia non sarebbe in grado di sostenere le sanzioni economiche imposte dall’Occidente.
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