Come è cambiata la posizione della Commissione Ue su food e automotive: da Nutriscore all'automotive, tutte le retromarce di Ursula von der Leyen

Dopo aver imposto la linea dura, soprattutto sulla transizione energetica, la Commissione Ue si fa un bagno di realtà e si ammorbidisce, cambiando rotta su diversi fronti delicati. La prima svolta è stata registrata quando dalla Francia è circolata la notizia dell’abbandono del Nutriscore, l’etichetta della discordia che l’Italia ha strenuamente combattuto. Una battaglia vinta dal governo italiano, che si è sempre opposto contro un’etichettatura nutrizionale che giudica i prodotti in base alla presenza di alcuni elementi, senza tener conto dell’equilibrio complessivo dell’alimentazione e del consumo di ogni prodotto.



Basti pensare che l’olio extravergine d’oliva verrebbe ritenuto dannoso da questo sistema per l’alto contenuto di grassi in 100 grammi di prodotto, peccato che ne serva poco come condimento di un pasto. Le pressioni dell’Italia, e non solo, comunque avrebbero convinto Bruxelles a fare marcia indietro, ora l’auspicio è che venga bocciato anche il progetto dell’etichettatura del vino, che rischia di essere messo allo stesso livello di sigarette e superalcolici.



COMMISSIONE UE SI AMMORBIDISCE ANCHE SU AUTOMOTIVE

Ma non è finita qui, perché la Commissione Ue si è mostrata più flessibile anche in ambito automotive. Infatti, la presidente Ursula von der Leyen ha intenzione di rendere più flessibili le norme europee sulle emissioni di CO2 dei veicoli. Entro l’inizio del 2025, infatti, le auto prodotte dovevano essere capaci di emettere al massimo 95 grammi di CO2 per chilometro percorso, un valore che poi si sarebbe ulteriormente abbassato nei prossimi mesi, prevedendo una multa per le case automobilistiche di 95 euro per ogni grammi di CO2 in più per chilometro.



Ma è apparso subito evidente che per i più grandi produttori di auto sarebbe stato impossibile rispettare questa norma, col rischio di incappare in multe da oltre 15 miliardi di euro. Quindi, a Bruxelles, su pressione soprattutto del Partito Popolare Europeo (PPE), si è deciso che l’obiettivo sulle emissioni non va raggiunto su base annuale, ma triennale, per dare più margine al settore industriale, senza modificare gli obiettivi fissati. Anche in questo caso non c’è nulla di ufficiale, ma si sta lavorando a un emendamento.

COSA CAMBIA CON LA “NEUTRALITÀ TECNOLOGICA”

Ma Bruxelles tende la mano anche su una pietra angolare della transizione energetica per l’automotive, cioè l’addio ai veicoli diesel e benzina nel 2035, confermando di essere aperta a fare marcia indietro su aspetti che aveva definito intoccabili. Oltre a cambiare le soglie delle emissioni, c’è anche la questione del rinvio del blocco delle vendite delle auto diesel e benzina dal 2035: il piano della Commissione Ue è di rivedere le norme che regolano questo divieto.

Infatti, la presidente von der Leyen ha parlato di “neutralità tecnologica“, aprendo ad altre vie oltre all’elettrico, ad esempio a veicoli a idrogeno, ma anche ad altre forme di alimentazione e ad altri tipi di combustibili con emissioni minori di quelli fossili, come i carburanti sintetici (e-fuel). La conferma che Bruxelles non voglia “disturbare” le imprese arriva da alcune deregolamentazioni, con tagli agli oneri burocratici per far risparmiare le corporation, grazie a cui molte imprese saranno libere dal rendicontare, alleggerendo le imprese da ulteriori oneri.