Il Ponte sullo Stretto di Messina genererà 5,6 miliardi di euro di entrate per la Lombardia: i dati di OpenEconomics.
Con il Ponte sullo Stretto di Messina che inizia a prendere sempre più forma e che dovrebbe vedere l’avvio dei lavori di costruzione entro la fine del 2025, per le regioni italiane è il momento di iniziare a fare i conti sulle possibilità economiche che ognuna potrà trarne: tra le 20 regioni italiane, particolare sarà l’indotto economico e lavorativo per la Lombardia, escludendo ovviamente, nel lungo termine, Sicilia e Calabria.
Secondo uno studio di OpenEconomics – al quale torneremo a breve -, infatti, il Ponte sullo Stretto sarà in grado di generare in Lombardia un valore economico per “oltre 5,6 miliardi di euro”, con almeno “9.300 nuovi posti di lavoro”.
I tanti lavori previsti per la costruzione del Ponte sullo Stretto vedranno le “aziende lombarde” nel ruolo di assolute protagoniste grazie alla filiera che si estende dalla “progettazione” e arriva fino “all’innovazione”, passando anche per “l’industria meccanica” e la logistica; il tutto dando una vera “spinta concreta all’economia, all’occupazione e alla competitività” dell’intero territorio.
Lo studio di OpenEconomics sugli effetti del Ponte sullo Stretto: con una spesa di 13,5 miliardi, ne verranno generati 23,1 di PIL
Vale la pena, dunque, soffermarci un attimo proprio sullo studio di OpenEconomics, redatto nel marzo del 2024 e che mirava proprio a stimare l’impatto economico e sociale del Ponte sullo Stretto: il dato più interessante è quello che ci parla di un indotto complessivo in termini di PIL pari a 23,1 miliardi (a fronte di una spesa di 13,5 mld), dei quali 22,1 a titolo di “reddito familiare”, con oltre 36mila persone impiegate (in termini di FTE) nei cantieri.
I settori maggiormente interessati dai lavori del Ponte sullo Stretto saranno quelli di manifattura, costruzione e servizi; mentre a livello di regioni a trarre i maggiori benefici saranno Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna: nel primo caso, infatti, si stima che il Ponte genererà circa 5,6 miliardi di euro di PIL, seguiti dai 2,6 miliardi dei laziali e dagli 1,99 mld degli emiliani e dagli 1,98 mld dei veneti; mentre tra Sicilia e Calabria di parla di – rispettivamente 2,1 e 1,4 miliardi di euro.
A livello occupazionale, invece, secondo OpenEconomics, di quei 36mila nuovi posti di lavoro, la maggior parte sarà relativa al comparto dei servizi della Pubblica amministrazione che godrà di 11mila nuovi lavoratori; mentre tra manifattura e costruzioni se ne genereranno altri 11mia (6mila nel primo caso, 5mila nel secondo), sarà importante anche l’afflusso di lavoratori (4mila) nel campo dei servizi alle imprese: in tutto questo, il gettito fiscale complessivo sarà di 10,3 miliardi tra tasse diretta (6,9) e indirette (3,4).
