Dalai Lama: “Voglio autonomia, non indipendenza dalla Cina”/ “Non sono separatista”

- Alessandro Nidi

Il Dalai Lama sottolinea di non inseguire l'indipendenza dalla Cina, ma semplicemente "un'autonomia per preservare la cultura buddista tibetana"

Dalai Lama Dalai Lama (LaPresse)

Il Dalai Lama, che ha recentemente festeggiato il suo compleanno numero 87, si trova in visita nel Ladakh, la prima dopo la divisione del Jammu e del Kashmir nell’agosto 2019. Questa mossa, tuttavia, potrebbe indispettire la Cina, causando problemi alla già problematica relazione tra il Tibet e il Paese del Dragone. Dopo essere giunto a Jammu, il Dalai Lama ha inteso lanciare un messaggio forte e inequivocabile a Pechino (riportato dai media asiatici, ndr), nel quale ha affermato di non desiderare la completa indipendenza del Tibet dalla Cina, ma “una significativa autonomia della regione per preservare la cultura buddista tibetana”.

Il Dalai Lama ha inteso quindi aggiungere che “non il popolo cinese, ma alcuni integralisti cinesi mi considerano un separatista e mi criticano, ma i cinesi si stanno rendendo conto che il buddismo è una religione molto scientifica. E, ancora: “L’umanità richiede che viviamo insieme, che ci piaccia o no. Ci possono essere alcuni problemi, come in una famiglia, che possono essere risolti attraverso il dialogo”.

DALAI LAMA: “GLI ESSERI UMANI NON DEVONO COMBATTERE”

Intanto, il primo ministro indiano Modi ha confermato pubblicamente di aver parlato con il Dalai Lama e tale riconoscimento è significativo nel contesto del deterioramento dei legami tra India e Cina, che non riconosce l’autoproclamato governo tibetano in esilio e accusa il Dalai Lama di voler separare il Tibet dalla Cina. Come ricorda “AP News”, il Dalai Lama ha fatto della città collinare di Dharmsala il suo quartier generale da quando è fuggito dal Tibet dopo una fallita rivolta contro il dominio cinese nel 1959. L’India considera il Tibet parte della Cina, anche se ospita esuli tibetani.

Il Dalai Lama, dal canto suo, nega di essere un separatista e dice di sostenere solo una sostanziale autonomia e la protezione della cultura buddista nativa del Tibet: Il mio messaggio, ovunque vada, è che gli esseri umani sono fratelli e sorelle e non ha senso combattere. Il mio Paese, la mia religione è un’ideologia troppo ristretta. Gli esseri umani dovrebbero vivere insieme in totale armonia”.





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