Le rivelazioni sulle registrazioni della conversazione con contatti russi del fiduciario del leader della Lega e ministro degli Interni Matteo Salvini, Gianluca Savoini, cambiano il corso della politica italiana.
Savoini dice in inglese che Salvini non vuole più ascoltare/obbedire (listen) all’America e all’Ue ed è solidale con l’idea che la Russia ha dell’Europa. Savoini quindi dice che Salvini vuole l’Italia fuori dalla Nato e fuori dalla Ue. Forse nemmeno Togliatti, capo del Pci filomoscovita, pensava a tanto.
Tale posizione certamente è legittima se sostenuta in pubblico. Gli elettori italiani possono scegliere chiaramente se appoggiarsi agli Stati Uniti o alla Russia, con tutte le conseguenze che la scelta comporta.
Ma se la posizione è espressa di nascosto, in un incontro segreto con agenti russi, ciò si configura diversamente. È tradimento di un’alleanza (la Nato) che ha garantito la sicurezza dell’Italia per oltre 70 anni ed è un complotto contro un accordo internazionale (sulla Ue) a cui il Parlamento aderisce.
Le registrazioni arrivano dopo che l’Italia ha offerto a Putin a Roma un’accoglienza regale il 4 luglio, festa nazionale americana. Ciò è avvenuto successivamente alla benedizione ricevuta a Washington da Salvini, a patto di prendere le distanze da Cina e Russia.
Di fronte a questo fatto gravissimo Salvini e la sua principale opposizione, il Pd, hanno varie opzioni davanti.
Per riprendere la fiducia di Usa e Ue, Salvini dovrebbe licenziare Savoini e Michele Geraci (altro leghista, autoproclamatosi uomo di punta con la Cina e presente alla cena con Putin), rinnegare tutto quello che è stato detto nella registrazione e giurare che mai più avrà contatti con Russia e Cina.
Dovrebbe poi cambiare ministro degli Esteri e reimpostare tutta la politica estera del paese. Se non lo fa è di fatto in guerra con Usa, Ue e Santa Sede (che lo osteggia per i migranti). Può vincere questo scontro? E soprattutto, gli elettori che oggi sostengono Salvini lo sosterrebbero se si trattasse di scegliere tra America e Russia per il futuro del paese?
Dopo tali mosse Salvini potrebbe – e forse dovrebbe – andare subito al voto per incassare il consenso attuale ed evitare di essere logorato da tante polemiche destinate a trascinarsi.
Naturalmente le difficoltà di tali mosse possono essere enormi. La Russia come reagirebbe? Mosca ha altre registrazioni di Salvini? Inoltre, andare alle elezioni subito significa intestarsi una finanziaria lacrime e sangue, cosa che potrebbe far perdere molti consensi.
Il Pd ha davanti opzioni diverse, in teoria più semplici. La vicenda delle registrazioni è un miracolo che gli è stato offerto, ma dovrebbe prenderlo al volo.
Il Pd dovrebbe chiedere le dimissioni di Salvini perché un uomo che va contro Nato e Ue non è adatto a guidare il ministero più delicato d’Italia, quello degli Interni. Su questo il Pd dovrebbe andare dal presidente della Repubblica, alle varie istanze giudiziarie, chiedere la crisi di governo e il voto prima che Salvini prenda contromisure e ripari la situazione. Se facesse questo con rapidità il Pd del suo segretario Nicola Zingaretti potrebbe essere padrone d’Italia. Ma il Pd, diviso da faide feroci e ancora non placate, è pronto a questo passo?
Comunque, al di là delle incertezze, se almeno uno fra Lega o Pd imbocca una di queste due strade l’Italia si salva.
Ieri i giornali internazionali erano inondati dalle critiche a Salvini per la vicenda e Salvini veniva definito dall’Economist “l’uomo più pericoloso d’Europa”. Perciò, se questa storia non si risolve rapidamente, in un senso o in un altro, è facile che nei prossimi giorni o settimane si accenda anche una crisi di fiducia sul debito pubblico italiano con conseguenze poi incalcolabili.