In Francia Bayrou è stato sfiduciato. RN chiede lo scioglimento dell’Assemblea, ma Macron non ci sente e pensa a un nuovo governo
Il governo Bayrou non ha retto. Com’era ampiamente prevedibile, non ha ottenuto la fiducia, affossato dal voto contrario del Rassemblement National (RN), ma anche della sinistra. Il suo piano lacrime e sangue per ridurre il sovraindebitamento del Paese non è andato a genio a nessuno e i risultati si sono visti nei voti dell’Assemblea nazionale: 364 contro e 194 a favore.
“Non devono essere i francesi a pagare gli errori del governo” spiega Marianna Rocher, responsabile del RN per la 8ª circoscrizione dei francesi all’estero (Italia, Israele, Grecia, Turchia, Cipro, Malta). Ora l’iniziativa tocca a Macron, che a quanto pare è intenzionato a tentare la formazione di un nuovo governo che rischia di non avere una vera base parlamentare come quelli precedenti di Barnier e Bayrou.
Da sinistra, però, arriva la disponibilità a costituire un esecutivo. RN, invece, con Marine Le Pen, chiede lo scioglimento dell’Assemblea nazionale. Esclusa la possibilità di dimissioni di Macron: il presidente non sembra intenzionato a prenderla in considerazione.
Il governo Bayrou cade con una sfiducia schiacciante: quali sono le ragioni, evidenziate nel dibattito, di un voto così pesante contro il primo ministro e indirettamente contro Macron?
Il governo di François Bayrou è caduto con un voto di sfiducia: 364 contrari contro 194 favorevoli. Ciò è avvenuto dopo che il primo ministro aveva chiesto la fiducia sull’approvazione di un piano di austerità volto a ridurre il deficit e il debito pubblico, stimato al 114% del PIL, con tagli per circa 44 miliardi e la soppressione di due giorni festivi. Il provvedimento ha suscitato molteplici reazioni negative: la proposta è stata considerata troppo severa e impopolare, generando contrarietà in quasi tutti gli schieramenti.
Sono state discusse altre proposte per ridurre il sovraindebitamento?

Noi di RN abbiamo detto che avremmo votato la sfiducia perché non devono essere i francesi a pagare gli errori del governo. Ci sono diversi mezzi per ritrovare l’equilibrio di bilancio e rilanciare il Paese, e noi abbiamo fatto la nostra proposta. Marine Le Pen ha scritto una lettera al primo ministro, alla quale non ha mai risposto perché era in vacanza. Visto che Bayrou non si è preoccupato per primo dei problemi della Francia adesso può andare tranquillamente a ricoprire il suo secondo incarico, quello di sindaco della città di Pau.
Cosa farà adesso il presidente, cercherà di formare un nuovo governo senza una vera maggioranza?
Macron ha preso atto delle dimissioni di Bayrou e “nominerà nei prossimi giorni il suo successore”. Incredibile! Sceglie dunque l’impantanamento, la cecità e il disprezzo dei francesi. Penso che il nuovo governo non potrà durare molto, al massimo tre mesi.
Da sinistra, però, ci sono aperture in questo senso: il presidente le prenderà in considerazione?
Il Partito Socialista si è dichiarato disponibile a governare, purché il nuovo esecutivo escluda i ministri di LFI (La France Insoumise). Noi chiediamo una soluzione definitiva, un cambio di passo deciso o elezioni legislative anticipate oppure presidenziali anticipate. Con solo il 15% di fiducia attuale dell’opinione pubblica nei confronti di Macron la strada si restringe.
C’è la possibilità che venga sciolta l’Assemblea nazionale?
Sì, è uno degli scenari evocati, ma Macron lo esclude per il momento. Tuttavia, Marine Le Pen lo considera una “leva istituzionale” per sbloccare la situazione di stallo e invita allo scioglimento ultraveloce.
E le dimissioni di Macron sono da escludere?
Al momento sì. Ci sono richieste – anche da LFI – di dimissioni immediate, ma il Presidente intende restare fino alla fine del suo mandato nel 2027. Comunque, è una persona imprevedibile, da lui ci si può aspettare tutto e il contrario di tutto.
(Paolo Rossetti)
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