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Home » Esteri » DALLA GERMANIA/ Le prime grane per Merz che vanno oltre l’alleanza con la Spd

  • Esteri

DALLA GERMANIA/ Le prime grane per Merz che vanno oltre l’alleanza con la Spd

Alessandro Fontana
Pubblicato 4 Marzo 2025
Friederich Merz (Ansa)

Friederich Merz (Ansa)

In Germania dopo le elezioni c'è tanto lavoro in vista per il Cancelliere in pectore Friederich Merz, a partire dalla formazione del Governo

STOCCARDA – I risultati delle elezioni tedesche sono noti: vince l’Unione Cdu-Csu con il 28,5% (208 seggi), davanti ad AfD che ottiene il 20,8% delle preferenze (152 seggi) e diventa addirittura il primo partito nei Bundesländer orientali. Terzo posto alla Spd con il 16,4% (120 seggi), quarto al partito dei Verdi con l’11,6% (85 seggi), quinto a Die Linke con l’8,8% (64 seggi). Fdp e Bsw non raggiungono il quorum del 5% e quindi non entrano in Parlamento.


Putin: “Dombass sarà nostro, coi negoziati o con le armi”/ Trump accelera sulla pace: oggi round USA-Ucraina


Possiamo dire che le elezioni sono andate abbastanza bene per i partiti centristi tradizionali, che potevano essere travolti dall’onda azzurra di AfD. L’incarico di formare il Governo andrà quindi a Friedrich Merz, leader dell’Unione, che intende varare il nuovo Esecutivo entro Pasqua. Escludendo coalizioni con AfD, restano due possibili coalizioni: Cdu/Csu-Spd, oppure Cdu/Csu–Spd-Verdi. Secondo il principio del rasoio di Occam, che privilegia le cose semplici, la prima soluzione dovrebbe essere preferita: mettere d’accordo due partiti è più semplice che metterne d’accordo tre.


TAIWAN/ Tokyo con Taipei come l’Ue con Kiev, non è in grado di aiutarla senza Trump (che può cedere a XI)


Passiamo alle cose da fare. Secondo Merz, la Germania è un “Sanierungsfall”, un’azienda da risanare. Una delle cause del dissesto è riconducibile al “sonno” decennale degli investimenti, che ha generato mostri di inefficienza come il trasporto ferroviario. Riattivare gli investimenti potrebbe quindi essere una buona idea. Ma per farlo occorre riformare il famoso “Schuldenbremse”, il freno all’indebitamento. E qui cominciano i problemi, dovuti al fatto che il freno è stato inserito nella Costituzione, cosa che pone un freno alla riforma del freno.


GOVERNO E UCRAINA/ Decreto armi e invito del Papa, quel doppio "messaggio" alla Meloni


Per cambiare la Costituzione è infatti necessaria una maggioranza di due terzi del Parlamento. Ma nel nuovo Bundestag, AfD e Linke hanno poco più di un terzo dei seggi e dispongono quindi di una cosiddetta minoranza di blocco. Anche se Unione, Spd e Verdi si accordassero sulla riforma non avrebbero la maggioranza necessaria. Si potrebbe tentare di coinvolgere anche le ali estreme del Parlamento, che teoricamente non dovrebbe essere ostili al debito (in Francia, ad esempio, non lo sono), ma dialogare con AfD rimane un tabù.

Per superare l’impasse i Verdi sono saltati fuori con la brillante idea di riformare il freno con il Parlamento attuale, in cui i partiti centristi avrebbero i due terzi necessari. Secondo l’articolo 39 della Costituzione, il nuovo Bundestag deve riunirsi entro il 30° giorno dalle elezioni, che sarebbe il 25 marzo. La riforma dovrebbe quindi avvenire in tempi brevissimi e con una sessione straordinaria: cosa praticamente impossibile. La riforma del freno non sembra comunque essere tra le priorità di Friedrich Merz.

Occorre tuttavia sottolineare che nel programma unionista la riduzione delle tasse occupa un posto di rilievo: per i percettori di redditi medio-bassi, ma anche per le aziende, per cui sarebbe prevista un’aliquota fiscale massima del 25%. Sono previsti sgravi fiscali anche per l’acquisto di proprietà immobiliari e per quanto riguarda il patrimonio. Un programma che sicuramente incontrerebbe il favore anche del Partito repubblicano statunitense. Non è però chiaro dove verranno trovate le risorse.

L’approccio americano alla spending review, messo in scena dal duo Trump-Musk con licenziamenti di massa comunicati per email, non sembra infatti essere nelle corde della leadership Cdu-Csu, tedesca ed europea in generale. Gli obiettivi del Governo americano sono chiari: liberare le enormi risorse finanziare necessarie per sostenere gli investimenti nei settori strategici, fermando al contempo la pericolosa escalation del debito pubblico innescata dall’Amministrazione Biden. Obiettivi che dovrebbero essere comuni anche ai colleghi europei.

Cosa possiamo aspettarci quindi dal nuovo Governo? Del giro di vite previsto sull’immigrazione abbiamo già parlato. Leggendo il programma elettorale dell’Unione, sempre sul tema sicurezza, le proposte includono un’inasprimento del diritto penale e procedure giudiziarie più veloci. Si prevede un maggiore uso di sorveglianza video e riconoscimento facciale per migliorare la sicurezza pubblica. È inoltre prevista l’abolizione della neonata legge sulla cannabis.

Per promuovere innovazione, digitalizzazione e start-up, il programma propone la creazione di un ministero federale per la Digitalizzazione. La quota di investimenti in ricerca e sviluppo dovrebbe salire al 3,5% del Pil, sostenendo settori chiave come aerospaziale e quantum computing attraverso un’agenda high-tech. Inoltre, il programma punta a una semplificazione burocratica per le start-up, riducendo gli ostacoli amministrativi e favorendo la crescita di nuove imprese innovative.

I compiti che attendono il nuovo Governo sono enormi. Clemens Fuest, direttore dell’Istituto Ifo, si augura che tutti gli attori coinvolti siano consapevoli della gravità della situazione.

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Tags: Donald TrumpElon MuskOlaf Scholz

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