DALLA GERMANIA/ Movimenti anti-Covid, a chi conviene confondere tutto?

- Edoardo Laudisi

In Germania ai negazionisti delle norme anti Covid si aggiungono estremisti di destra. Ma i Querdenken mostrano novità interessanti

germania protesta 1 covid lapresse1280 640x300 Proteste in Germania contro i provvedimenti anti-Covid del governo (LaPresse)

BERLINO – Sabato 29 agosto a Berlino si è tenuta la manifestazione del movimento Querdenken 711 che protesta contro l’obbligo di indossare le mascherine antivirus nei luoghi pubblici. Secondo i dati comunicati dalla polizia i partecipanti erano 50mila, mentre i manifestanti parlano di una cifra almeno doppia. In un primo momento la manifestazione era stata proibita dal senato di Berlino per motivi di salute pubblica. Secondo il senato berlinese i manifestanti non avrebbero rispettato la distanza di sicurezza e non avrebbero indossato le mascherine esponendo la capitale a un serio rischio sanitario, ma l’intervento in extremis del tribunale amministrativo l’ha resa possibile, ribadendo che, non essendoci elementi sufficienti per dichiarare un rischio alla salute pubblica, la proibizione andava contro la libertà di manifestazione garantita dalla costituzione. Le polemiche sono proseguite sui media che hanno attaccato i manifestanti definendoli via via come Covidioten (idioti del Covid), negazionisti, irresponsabili e in ultimo fascisti per via della partecipazione alla manifestazione di gruppi di estrema destra.

C’è da dire che la maggioranza dei cittadini tedeschi sostiene il governo e per proteggersi del rischio infezione accetta le misure e le limitazioni ai diritti fondamentali. I contrari, che per ora sono una minoranza, possono essere divisi in due gruppi/movimenti entrambi critici nei confronti del governo. Un movimento relativamente nuovo ma in rapida crescita chiamato Querdenken 711, che ha organizzato l’evento di Berlino, e quello molto più piccolo dei Reichsburger con relativi satelliti.

I Querdenken (pensare fuori dagli schemi) sono un gruppo eterogeneo con un’anima politica moderata e una certa inclinazione all’esoterico, dove no vax, Hare Krishna e freaks di vario tipo convivono con esperti virologi, biologi e avvocati. Una miscela di conservatori, verdi della prima ora e progressisti che sfugge allo schema classico destra/sinistra. Non negano l’esistenza del virus ma sostengono che la crisi sanitaria sia stata gonfiata artificialmente per coprire il crollo finanziario causato dal sistema stesso (Fmi, tassi di interesse zero, mercato invaso da troppa liquidità che ha inceppato il meccanismo). A questo riguardo citano ricerche di virologi e biologi che non trovano spazio nei media ufficiali, che dimostrerebbero la bassa pericolosità del Covid-19. Diffidano dei media mainstream che percepiscono come non più liberi ed economicamente dipendenti dal sistema finanziario. Di fatto sostengono che i media istituzionali (grandi giornali e televisioni) siano passati dall’essere i guardiani della democrazia all’essere i guardiani del sistema di potere.

Le loro proposte politiche sono varie, alcune precise altre meno. Tra quelle precise ci sono la revoca di tutte le restrizioni sanitarie (mascherine nei luoghi pubblici, distanziamento sociale) e le dimissioni del governo. Tra quelle fumose: democrazia diretta (ricordate i 5 Stelle delle origini?), sistema politico di tipo svizzero con referendum propositivo, voto online e controllo sui dipendenti parlamentari (ancora, vedi i 5 Stelle delle origini). Inoltre, chiedono un nuovo sistema monetario che sia saldamente in mano allo Stato e non alle banche private; in pratica l’uscita dall’euro.

In conclusione, si può dire che questo movimento sia ben attrezzato con ricercatori scientifici esperti della materia, risorse, molte idee e avvocati preparati che hanno avviato una serie di cause legali per diffamazione contro giornali, esponenti politici e autorità alla maniera del Partito radicale italiano vecchio stile, così anche il denaro inizia ad affluire in cassa. Il giorno in cui dovessero strutturarsi meglio e fare il passo da movimento a partito, come i verdi tedeschi negli anni Ottanta del secolo scorso, non c’è dubbio che potrebbero rappresentare una minaccia reale per i partiti al governo a condizione che riescano a distanziarsi nettamente e in modo inequivocabile dal secondo gruppo.

Sul secondo gruppo, i Reichsburger, non c’è molto da dire. I cittadini che vorrebbero tornare ai tempi del Reich, non il terzo ma il secondo, quello del Kaiser, sono noti da tempo alle forze dell’ordine e ai magistrati. Si tratta di nostalgici dei tempi andati con fantasie parafasciste che non a caso hanno attirato attorno a sé altri gruppuscoli neofascisti come gli identitari. La loro protesta contro le mascherine e per i diritti fondamentali è assolutamente pretestuosa dal momento che queste persone disprezzano la costituzione democratica e se ne infischiano dei diritti.

A riprova di quanto detto basti citare il grottesco assalto al Reichstag, il parlamento tedesco, compiuto da questo gruppo la sera del 29 agosto, approfittando di una distrazione della polizia impegnata a seguire il grosso del corteo. Alcuni Reichsburger sono riusciti a raggiungere l’ingresso del parlamento dove sono stati respinti dagli unici tre poliziotti presenti. Naturalmente un tale disprezzo per le istituzioni ha suscitato scalpore e indignazione e c’è da stare certi che in Germania un movimento del genere non avrebbe nessuna chance. Tuttavia, a causa della rapida crescita del movimento Querdenken e della sprovvedutezza politica dei suoi militanti, i Reichsburger sono riusciti a saltare sul treno in corsa con l’intento di cavalcare la tigre e rilanciare così la loro ideologia. È la tattica del parassita che non potendo raggiungere la meta con le proprie forze si introduce in un organismo più grosso per piegarlo ai propri fini.

La maggioranza dei cittadini tedeschi non riesce a distinguere tra i due gruppi, grazie anche al solerte lavoro dei media mainstream che fanno di tutto per mischiarli e confonderli in modo da screditare la protesta democratica, e alla sprovvedutezza del movimento dei Querdenken che non hanno fatto nulla per distanziarsi in modo inequivocabile dai neofascisti. Così alla lunga il cittadino finisce per associare i due movimenti, il che indebolisce il gruppo dei “pensatori fuori dagli schemi” e fa sì che le sue critiche e le sue ricerche scientifiche alternative non vengano dibattute nel paese.

Se vogliono essere presi in considerazione come alternativa seria ai partiti dell’attuale governo, i Querdenken dovranno fare un salto di qualità dotandosi di un’identità politica precisa e istruendo i propri militanti su come si attua una protesta civile in senso gandhiano in uno Stato democratico. Perché pur con tutti i limiti e i problemi legati al Covid, la Germania non è la Bielorussia e nemmeno la Russia di Putin tanto cara ai Reichsburger.







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