Cos'è il dark web, come funziona e cosa si trova all'interno: quali sono i pericoli e perché si tratta della nuova frontiera della criminalità
Cos’è il dark web e cosa c’è dentro
La morte di Andrea Prospero, di cui torna ad occuparsi oggi “Chi l’ha visto?“, riaccende i riflettori sul mondo del dark web, perché ci sono state segnalazioni di possibili account dello studente di informatica, sebbene non si sappia se siano davvero suoi. Ma di cosa si tratta?
Il dark web è una parte oscura di internet, che se da un lato garantisce un livello di privacy e anonimato molto alto, perché la rete è nascosta e crittografata, d’altro canto dà spazio a contenuti anche illegali, come droghe, armi e prodotti contraffatti, hacker, dati personali rubati, servizi di streaming illegali, documenti falsi. D’altra parte, può essere usato anche per scopi non negativi, per segnalare attività illecite potendo contare sulla riservatezza ed eludere la censura.
In base all’indice dei prezzi del dark web del 2023, in dollari americani, i prezzi di beni e servizi venduti sul dark web si aggirano, ad esempio, sui 125 dollari per i dati di una carta di credito, 25 dollari per un account Facebook violato, 60 per uno Gmail accerto, 20 per l’abbonamento annuale di Netflix, 450 dollari per la carta verde statunitense falsa, 22 dollari per un modello di passaporto britannico, 120 dollari per 10 milioni di indirizzi e-mail americani, 350 dollari per un attacco DDoS su un sito web non protetto (ma da 10-50mila richieste al secondo).
Dal deep web al progetto
A volte si confonde il deep web con il dark web, ma in realtà sono due cose diverse. Nello specifico, il secondo è una porzione del primo, nascosta intenzionalmente e resa inaccessibile tramite i browser standard. Un grande contributo lo ha offerto il progetto Tor, inizialmente finanziato dalla Marina Usa, con l’obiettivo di creare una rete di comunicazione anonima e sicura, ma poi la tecnologia si è evoluta e si è arrivato appunto al dark web. Dunque, è nato dall’esigenza di un canale di comunicazione più sicuro per la comunità dell’intelligence, nonostante oggi sia spesso associato ad attività nefaste.
A livello temporale, si deve andare indietro fino agli anni Duemila con la pubblicazione di Freenet, il progetto di tesi dello studente dell’Università di Edimburgo Ian Clarke, che voleva creare un nuovo modo di comunicare e condividere file online in modo anonimo. Questo lavoro è stato alla base del progetto Tor, rilasciato nel 2002 e da cui è nato il browser omonimo nel 2008.
L’accesso e la risposta alle minacce
Per accedervi senza mettere a rischio la propria sicurezza, bisogna prendere delle precauzioni: usare VPN e browser ad hoc, evitando di scaricare file o abilitare script, usare un motore di ricerca specifico. La navigazione è molto simile all’esplorazione di un labirinto con tesori nascosti, ma anche il rischio di incappare in trappole. Secondo una stima del 2020, circa il 57% del dark web è illegale.
Ci si può esporre a malware e virus, truffe e frodi, hacking e criminalità informatica. Dunque, il dark web non è illegale, ma può diventarlo ciò che si fa navigandoci. Nonostante i suoi usi legittimi, la natura di pagamento non tracciabile delle criptovalute ha sollevato preoccupazioni riguardo al riciclaggio di denaro e al commercio illecito, spingendo il controllo normativo.