David Rossi, parla De Paolini (vicedirettore Giornale) che lo conosceva: i dubbi sull'omicidio e i motivi per i quali non lo sorprese la tesi del suicidio
IL MISTERO SULLA MORTE DI DAVID ROSSI
Ci sono ancora tanti dubbi sulla morte di David Rossi, ma la recente svolta determinata dalla simulazione 3d apre all’ipotesi dell’omicidio, scartata dalle prime indagini che, invece, hanno sempre accreditato la pista del suicidio.
Ora, dunque, potrebbe riaprirsi ufficialmente una nuova inchiesta per cercare la verità, una strada che per Osvaldo De Paolini va seguita rispettando le persone care al manager di Monte dei Paschi di Siena.
Il vicedirettore del Giornale ne parla non solo da giornalista, ma anche come suo conoscente. Infatti, ne fa un ritratto personale: era sensibile e introverso, una persona riflessiva, profonda e non incline alla superficialità.

Ma era anche misurato e prudente nelle sue azioni, appassionato del suo lavoro, infatti Mps era di più, riteneva la banca un’istituzione fondamentale per la città di Siena.
“PERCHÉ NON ESCLUSI IL SUICIDIO”
De Paolini sottolinea anche come David Rossi avesse un concetto di onore molto forte, e che qualsiasi “macchia” a livello di reputazione personale o sulla banca lo avrebbe turbato profondamente, soprattutto pensando alla famiglia.
Anche per questo non nutrì forti perplessità sull’ipotesi del suicidio dopo la morte del manager, confessando quella che ritenne “la verità più istintiva“.
Infatti, scrive che “per la sua concezione dell’onore, una sola ombra, una sola incrinatura, gli sarebbe parsa un’onta insostenibile da far ricadere sulla famiglia“.

Dunque, non fu sorpreso quando gli comunicarono la notizia della morte e le modalità: “Non sorprendente, per chi aveva colto nei suoi occhi quella stanchezza di chi avverte l’onore come un’armatura troppo pesante da reggere“.
“SERVE UN NUOVO APPROCCIO”
Pur non escludendo ora che possa essersi trattato di un omicidio, De Paolini insiste sulla necessità di prove, evitando giudizi basati su supposizioni o indiscrezioni.
Anche per rispetto proprio di David Rossi, “che forse, nel tentativo disperato di proteggere la sua famiglia dal disonore, potrebbe essersi ritrovato solo davanti al baratro“.
Il tema è delicato, non solo per il dolore della famiglia, ma anche perché la fretta rischia di creare un’altra ferita profonda. La verità – aggiunge il vicedirettore del Giornale – deve essere cercata con rigore, calma e rispetto, senza farsi sopraffare alla pressione mediatica o al sensazionalismo.
