Davide Barzan subì l'incendio della propria auto a Riccione lo scorso maggio: a sei mesi di distanza sono state arrestate due persone, i dettagli

Per l’incendio ai danni dell’auto di Davide Barzan, il consulente criminologo noto alle cronache per far parte del team difensivo di Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli, sono state arrestate due persone. Lo riferisce il Corriere della Sera precisando che la vicenda risale alla notte fra il 26 e il 27 maggio scorsi, e dopo circa sei mesi di indagini alla fine gli inquirenti sono riusciti a individuare i responsabili.



In quell’occasione la BMW X1 di Davide Barzan (oggi sostituita da un SUV Maserati) andò a fuoco a Riccione, in via Diaz, e nell’incendio vennero coinvolte anche altre automobili parcheggiate lì vicino e dei cassonetti dell’immondizia. Subito la notizia aveva destato l’attenzione degli inquirenti proprio per il fatto che fosse bruciata l’auto di un personaggio pubblico e alla fine è emerso che si trattava proprio di un atto mirato e intimidatorio nei confronti dello stesso criminologo.



DAVIDE BARZAN, AUTO INCENDIATA A RICCIONE: CHI SONO I DUE ARRESTATI

In manette sono infatti finiti un 57enne e un 60enne, tali Pierluigi C. e Gionas P., due personaggi che risiedono nella zona di Rimini e già noti alle forze dell’ordine in quanto con alle spalle diversi reati, essendo pluripregiudicati. In seguito è emerso che il 57enne Pierluigi fosse stato un vecchio cliente dello studio Barzan (la sorella di Davide è un avvocato e difende la suddetta Manuela Bianchi), in occasione di un processo che aveva visto la grave accusa di lesioni permanenti al viso. Il Corriere della Sera ha precisato che la vittima di quel gravissimo gesto fu Filippo Scardi, che venne appunto aggredito dal cliente di Davide Barzan nel 2021 in quel di Rimini: venne colpito al viso con un coccio di un bicchiere, e la cicatrice non è mai più guarita.



Per quell’aggressione il 57enne fu condannato a 5 anni e 4 mesi, poi in Appello la pena fu ridotta a 3 anni e sei mesi. In seguito, sempre il Corriere della Sera specifica che Pierluigi C. fu arrestato anche per evasione mentre doveva restare agli arresti domiciliari, mentre in precedenza aveva subito un arresto e una condanna per spaccio di sostanze stupefacenti. Risultano anche altri reati, fra cui una truffa a Rimini, di conseguenza – come detto sopra – una figura straconosciuta a inquirenti e magistrati. Gionas P. invece non sembrerebbe avere alcun legame con Davide Barzan, ma avrebbe aiutato Pierluigi nell’incendiare la BMW del criminologo, ed è comunque risultato avere diversi precedenti penali per dei reati contro il patrimonio.

Manuela Bianchi e Davide Barzan prima dell’udienza sullo stalking di Bartolucci (Foto: Rai 1)

DAVIDE BARZAN, AUTO INCENDIATA A RICCIONE: IL PERCHE’ DEL GESTO

Ma perché questo gesto? Sembra che Barzan abbia chiesto a Pierluigi il pagamento delle parcelle a seguito della difesa nel processo, che si concluse piuttosto “bene” per lo stesso imputato, visto che in Appello decadde l’aggravante dello sfregio permanente, ma non vedendo i soldi lo studio Barzan avrebbe a sua volta nominato altri legali per fare causa all’ex cliente. A incastrare i due, le telecamere di sorveglianza presenti nella zona del rogo, visto che dai filmati si nota chiaramente l’auto utilizzata per il crimine, un’Audi A5, oltre alla sagoma chiara dello stesso Pierluigi. Insomma, un’azione criminale non proprio furba quella portata avanti dai due, sotto gli occhi dello sguardo vigile di un dispositivo elettronico che ha ripreso l’accaduto per intero.

Tra l’altro la coppia di arrestati era stata vista spesso e volentieri insieme nel periodo proprio del rogo, altro comportamento tutt’altro che da “volpe”. Davide Barzan, subito dopo la notizia del duplice arresto, ha voluto ringraziare personalmente la procura di Rimini e il tribunale, per l’attività investigativa svolta e la celerità con cui si è appunto arrivati all’individuazione delle due persone che lo scorso maggio appiccarono il rogo in quel di Riccione. A questo punto è probabile che si andrà a processo e quasi sicuramente giungerà una nuova ennesima condanna per i due.