Accordo finale sui dazi con tariffa unica al 15%: testo unico USA-UE, sollievo auto e farmaci, stangata su vino e alcol (“nessuna esenzione”). Cosa cambia
ANNUNCIO CONGIUNTO SUI DAZI: UE E USA CONFERMANO LE TARIFFE AL 15%
A meno di un mese dal vertice in Scozia tra Donald Trump e Ursula Von der Leyen, l’accordo sui dazi al 15% tra USA e UE diventa definitivo: come annunciato oggi dalla Casa Bianca e dalla Commissione Europa, il piano tariffario sui prodotti europei negli Stati Uniti conferma il complesso piano negoziato il 27 luglio 2025 scorso nel golf club in Scozia. Dopo aver incontro Trump appena all’inizio di questa settimana alla Casa Bianca per il vertice sulla pace in Ucraina, Von der Leyen ribadisce il buon rapporto intercorso con l’amministrazione repubblicana, reputando l’accordo sui dazi come il migliore possibile per evitare guerre commerciali, perdita di posti di lavoro e rinforzando le relazioni tra Europa e America.
Auto, farmaci, chip, semiconduttori, generi alimentari, tutto confermato al 15%, con in cambio la promessa europea di acquistare gnl, petrolio ed energia nucleare dagli Stati Uniti, per una cifra sui 750 miliardi di dollari da qui fino al 2028. Da ultimo, intesa per l’aumento di approvvigionamenti per materiale militare per la difesa sempre dagli USA.
Come mette in evidenza la stessa Von der Leyen insieme al Presidente del Consiglio UE Antonio Costa, con questo accordo dazi l’Europa diviene il primo partner economico al mondo che con gli Stati Uniti riesce ad ottenere un unico tetto tariffario onnicomprensivo. Dazi a zero invece su prodotti generici farmaceutici (mentre il resto dei farmaci resta al 15%, ndr), prodotti da sughero e materiale e strutture per aerei.
TUTTO (O QUASI) AL 15%: I DAZI SUI PRODOTTI UE
Come ha spiegato la Casa Bianca con il Ministro del Commercio Lutnick nel commentare l’accordo definitivo con l’Unione Europea, «quello con Bruxelles è l’accordo sui dazi più importante di tutti». Tariffa unica al 15%, niente “rialzo” di Trump (superando le “due versioni” dell’accordo iniziale) ma anche condizioni non esaltanti per filiere come quella del vino e degli alcolici che vede sfumare la speranza dell’esclusione dalla stangata sui dazi.
Si conferma una tariffa “ridotta” rispetto alle aspettative della vigilia su auto, falegname e semiconduttori, mentre è importante aver mantenuto a zero la tariffa sui prodotti chiave dell’aeronautica e dei precursori chimici. «L’alternativa, una guerra commerciale con dazi alle stelle e un’escalation politica, non aiuta nessuno», ha spiegato il Commissario al Commercio UE Sefcovic nella conferenza stampa da Bruxelles per illustrare i risultati dell’accordo USA-Europa sui dazi.
Secondo quanto sottolineato dalla Presidente dl Consiglio Giorgia Meloni, commentando in una nota sul sito di Palazzo Chigi l’accordo sui dazi, non è certo l’approdo ideale sul fronte commerciale, ma mette quantomeno a freno pericolose tensioni commerciali internazionali oltre che chiarire almeno un dato chiaro per le imprese (anche se non esattamente entusiaste, specie quelle della filiera enogastronomica).
«Abbiamo evitato una guerra commerciale con gli Stati Uniti, ponendo basi per nuove relazioni commerciali vantaggiose», aggiunge il Capo del Governo spiegando di rimanere impegnato con Bruxelles per incrementare nei prossimi mesi «i settori merceologici esenti», cominciando dal settore agroalimentare. Su acciaio e alluminio serve poi un impegno ulteriore che l’UE non può derogare, ricorda la Premier Meloni.
COLDIRETTI E FEDERVINI DELUSI DALL’ACCORDO USA-USA: “STANGATA DAZI DA PIÙ DI 1 MILIARDO”
Se esulta l’automotive con le tariffe scese al 15% dal precedente 27,5%, deluse le filiere del vino che invece non vedono alcuna esenzione e si preparano ad un autunno complesso per l’esportazioni negli Stati Uniti. Secondo la Coldiretti sarebbe una stangata attorno ad 1 miliardo di euro che potrebbe prodursi sul fronte vino dopo l’accordo odierno: assieme a Filiera Italia, la sigla degli agricoltori sottolinea come ora servano dei veri sostegni economici alle filiere più colpite.
Da Federvini, con il presidente Giacomo Ponti, si parla di forte rammarico per i risultati ottenuti, specie per la «mancata esenzione su vini, aceti e spiriti, ora serve impegno per una soluzione equa». Sebbene il 15% non sia quel 30% minacciato mesi fa dall’amministrazione Trump, resta complessa da gestire l’esportazione con i vari partner americani anche se Federvini – così come Coldiretti e altre sigle nazionali – si rendono disponibili ad una stretta collaborazione con il Governo e le istituzioni per poter garantire che le eccellenze italiane nel settore enograstronomico abbiano il giusto riconoscimento da UE e Stati Uniti.