Germania scarica Commissione Ue e tratta da sola sui dazi con Trump: ministro Klingbeil affossa Ursula von der Leyen e vola in Usa: "Europa troppo debole"
DAZI USA, GERMANIA SI “SFILA” E TRATTA CON TRUMP
Non solo scarica la Commissione Ue, ma la critica anche la Germania, che rischia di aprire una grande crepa sul fronte dei dazi Usa. Il terrore della quota al 50% sui prodotti siderurgici terrorizza i tedeschi al punto tale di decidere di trattare da soli con Donald Trump. In una fase in cui si auspica compattezza per negoziare con gli Stati Uniti, emerge ancor più chiaramente quanto l’Europa sia debole politicamente.
Infatti, il ministro dell’Economia Lars Klingbeil è volato a Washington per provare a salvare la manifattura tedesca. La Germania sperava che la mediazione Ue riuscisse a mitigare le percentuali minacciate da Trump, che però dalle parole è passato ai fatti. Ora la speranza di Klingbeil è di riuscire a strappare all’omologo Scott Bessent almeno un sistema di quote per l’acciaio, che potrebbero essere esentate dai dazi, perché potrebbe essere l’unica strada per salvare il settore.
Il rischio, infatti, è che le esportazioni calino drasticamente, un problema di non poco conto per un Paese che produce più di 37 milioni di tonnellate all’anno di acciaio. Una mossa dettata dalla necessità anche di salvare i posti di lavoro dei tedeschi, perché l’economia tedesca sta rallentando pericolosamente.

I dazi Usa pesano poi anche sull’automotive, che è la spina dorsale dell’economia della Germania. Dunque, Klingbeil esce dal recinto della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen per provare a riuscire dove la leader europea ha fallito. Klingbeil, che guida la CDU, è il primo leader a cercare di aprire un canale privilegiato con Trump, ma anche quello che certifica che sta naufragando il rapporto biunivoco con Bruxelles.
LA REAZIONE INFASTIDITA DI BRUXELLES
L’iniziativa non è piaciuta a Bruxelles, così come non sono piaciute le critiche mosse da Klingbeil all’accordo commerciale tra Ue e Usa, definito “debole” prima della sua partenza per gli Usa. “Devo ammettere che siamo rimasti piuttosto sorpresi nel sentire questa dichiarazione del ministro tedesco“, ha dichiarato Olof Gill, portavoce della Commissione per il commercio.
Nell’incontro con i giornalisti, precisa Politico, ha spiegato che gli Stati membri avevano “insistito con noi sul fatto che solo una soluzione negoziata poteva garantire la stabilità e proteggere i nostri interessi comuni. Questa era l’opinione della stragrande maggioranza degli Stati membri dell’UE“, tra cui la Germania.
LE CRITICHE DELLA GERMANIA ALL’EUROPA
“Penso che siamo stati troppo deboli e non possiamo essere soddisfatti del risultato ottenuto“, aveva dichiarato il ministro tedesco, il cui obiettivo è verificare se gli Stati Uniti sono disposti a negoziare su acciaio e alluminio. “Si parla di regolamenti sulle quote per l’acciaio. Sarebbe positivo se fossero applicati. Naturalmente, verificherò quali misure il governo degli Stati Uniti è disposto ad adottare“, ha dichiarato ieri a Deutschlandfunk il vicecancelliere.
“È importante che le incertezze degli ultimi mesi vengano eliminate e che ora ci sia sicurezza anche per le aziende su entrambe le sponde dell’Atlantico. Eppure ci sono ancora alcuni aspetti che devono essere chiariti, ad esempio quando si tratta della questione del futuro del settore siderurgico“, le parole riportate dal Financial Times, secondo cui uno degli argomenti di discussione a Washington è il possibile aumento delle tariffe sui “prodotti cinesi a basso costo che invadono” i mercati dell’UE e degli Stati Uniti. “Stiamo attualmente valutando come modificare le norme doganali e come applicare dazi più elevati“, ha affermato Klingbeil.
