Iran teatro di proteste di donne e uomini per diritti e libertà. La repressione del regime di Teheran è particolarmente dura, con centinaia di arresti e decine di condanne a morte. L’unica colpa, chiedere diritti. Ma c’è anche altro. Nello stesso Paese, infatti, il tribunale ha condannato a otto anni di carcere un uomo che ha decapitato la moglie di diciassette anni.
Un omicidio choc, risalente al 2022: un episodio che sconvolse l’intero Iran. L’uomo, Sajjad Heidarnava, tagliò la testa alla coniuge Mona Heidari dopo anni di violenza domestica. Dopo aver commesso l’orrore, uscì per strada ridendo con la testa di lei in mano. La diciassettenne, sposata quando aveva dodici anni, era la madre del figlio di 3 anni. Il video dei fatti ha fatto il giro del web, indignando il mondo intero.
La sentenza choc in Iran
Come riportato dall’Ansa, prima del brutale omicidio, la donna riuscì a fuggire in Turchia, probabilmente a vivere con un siriano conosciuto online. A chiederle di tornare fu la famiglia, con la garanzia di tenerla al sicuro. Il marito però scoprì tutto. Il verdetto dei giudici è incredibile: il tribunale ha tagliato corto parlando di “delitto d’onore”. 45 mesi di carcere invece per il complice del killer, Heidar Heidarnava. Come spiegato dal portavoce della magistratura Massoud Setayeshi, i genitori della giovane vittima “hanno perdonato l’omicida che per questo motivo è stato condannato al carcere, a causa dell’aspetto pubblico del crimine”. Stride parecchio la differenza di peso tra le condanne inflitte per i delitti d’onore e quelle comminate ai dimostranti arrestati nelle proteste esplose lo scorso settembre dopo la morte della ventiduenne Mahsa Amini. I dati dell’Ong Iran Human Rights parlano chiaro: più di 100 manifestanti tra i venti e i trenta anni rischiano la pena capitale. Nel corso delle ultime settimane sono già state impiccate quattro persone.