Ancora poche ore e poi si varerà il Decreto Bollette 2025 passandolo all'esame in Senato e poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Ancora poche ore prima che il Decreto Bollette 2025 venga approvato, bocciato o modificato definitivamente. Oggi si terrà una convention con i deputati, che valuteranno l’emendamento varato dal Governo con a carico Giorgia Meloni.
Al di là delle valutazioni del Senato – che prenderà in esame il Decreto domani – occorre prendere una decisione entro e non oltre martedì 29 aprile. I problemi e gli emendamenti da valutare sono molteplici, con il rischio che qualcuno possa anche saltare.
Decreto Bollette 2025 verso l’esame al Senato
Tra i primi emendamenti bocciati nel Decreto Bollette 2025 vi è l’agevolazione fiscale applicabile alle caldaie a condensazione. La proposta risaliva originariamente ad Alberto Gusmeroli (della Lega Nord), che mirava all’inserimento dei dispositivi ibridi anche negli incentivi da accorpare alle ristrutturazioni e all’ecobonus.
Inutile dunque l’intervento di Gusmeroli che dovrà rassegnarsi all’approvazione del DL bollette come ha previsto la direttiva green UE e senza la possibilità di suddividere gli apparecchi tra i gas rinnovabili e le “ibride”.
I motivi della proposta sono legati al valore del mercato di queste caldaie, che valgono poco più di 1 miliardo di euro. Ad averlo sostenuto è stato il report proveniente dall’Enea.
Entrate per il rialzo del gas
Il Decreto Bollette 2025 infine sblocca finalmente le somme derivate dall’IVA ricavata dall’incremento del prezzo del gas, utile a contenere i rincari per aiutare i nuclei familiari in forti difficoltà economiche, ma anche per contribuire e calmierare i costi per le aziende.
All’interno della proposta si parla infine della possibilità di assumere nelle imprese un consulente, noto come “utility manager“, in grado di destreggiarsi e spiegare ai consumatori finali le politiche, i vantaggi e gli svantaggi della propria utenza domestica.
Resta come ultimo emendamento la possibilità di far mantenere ai clienti cosiddetti “vulnerabili” il mercato tutelato fino ai prossimi due anni, ovvero al 31 marzo dell’anno 2027.
