Delitto di Garlasco, Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso dell'ex pm Venditti: annullato il decreto di perquisizione e sequestro dei suoi dispositivi
Prima vittoria per l’ex procuratore Mario Venditti, indagato dalla Procura di Brescia per corruzione in riferimento alla richiesta di archiviazione per Andrea Sempio nel 2017 sul delitto di Garlasco. Il suo ricorso contro il decreto di perquisizione e sequestro dei dispositivi dell’ex procuratore di Pavia è stato accolto dal tribunale del Riesame, che infatti lo ha annullato. I giudici, quindi, hanno stabilito che quel provvedimento non era giustificato o valido, per cui i dispositivi vanno tutti restituiti al proprietario.
A restare sotto sequestro sono, però, due agende di Venditti, in quanto vengono ritenute ancora utili alle indagini, per cui resta il cosiddetto vincolo probatorio. Infatti, proseguono le indagini sul fronte della presunta corruzione.
DELITTO DI GARLASCO, IL GIALLO DELLA RELAZIONE DI BARBAINI
Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, sarebbe emerso anche il giallo di una relazione chiesta proprio da Venditti alla sostituta procuratrice di Milano Laura Barbaini, che dal canto suo gli aveva trasmesso l’esposto della mamma di Alberto Stasi con la questione delle tracce di Dna alle unghie della vittima del delitto di Garlasco, e attribuite a Sempio.

Pare che la nota sia ritenuta irrituale, in quanto chiesta da un magistrato di un’altra procura a chi aveva sostenuto l’accusa contro un’altra persona nel processo d’appello, nella fattispecie Alberto Stasi, attualmente unico condannato per l’omicidio di Chiara Poggi. Quel documento, però, non è stato mai inserito tra le carte di quell’inchiesta né protocollato: sarebbe stato solo mandato via mail, come ammesso dalla Barbaini. In quel documento, mostrato nei giorni scorsi da Ore 14, la sostituta pg meneghina “smontava” l’esposto della famiglia Stasi. Si tratta di 13 pagine, tutte senza firma, ma confermate da Barbaini in una nota diffusa proprio in risposta al programma di Milo Infante che ne aveva dato notizia.
Ricostruendo la vicenda, Barbaini ha spiegato che nel gennaio 2017 inviò al procuratore aggiunto le sue osservazioni via mail, perché non era un atto giudiziario, ma solo un riepilogo delle indagini condotte negli anni e dei dati emersi nei processi. Quel documento è stato depositato nei giorni scorsi dall’avvocato Domenico Aiello, legale di Venditti, ma è emerso che in realtà le pagine sono 31 e ha una data diversa, successiva a quella del primo documento.
Il contenuto è simile, ma risulta più corposo e affronta temi specifici dell’esposto degli Stasi, ma comunque le conclusioni sono identiche, cioè che non ci sono elementi su Sempio. Quel che appare strano, evidenzia il Corriere della Sera, è l’esistenza di due note diverse e la replica della Barbaini, che a Ore 14 ha parlato solo di un appunto.
