Delitto di Garlasco, altre impronte di scarpe nella villa di Chiara Poggi? Genetista Portera: "Con laser 3D capiremo quanti erano sulla scena del crimine"

DELITTO DI GARLASCO, IL GIALLO DELLE “ALTRE” IMPRONTE

L’ipotesi di più persone sulla scena del delitto di Garlasco è rilanciata dal settimanale Giallo, che nel nuovo numero tira in ballo una consulenza sulle impronte di scarpe firmata dal professor Avato e realizzata per la difesa di Alberto Stasi undici anni fa. Oltre alla presunta impronta di una mano, di cui si è tornati a parlare nei giorni scorsi, ci sarebbero quelle di altri piedi.



Per la difesa non c’erano solo le impronte di suole a pallini, attribuite ad Alberto Stasi, unico condannato per l’omicidio di Chiara Poggi. Per Avato quelle impronte rilevate in diverse parti della casa non erano riferibili né a Stasi né ai poliziotti intervenuti nella villetta di Garlasco o al personale di soccorso. D’altra parte, si tratta di impronte parziali, quindi è difficile risalire a chi appartengono.



Il Palazzo di Giustizia di Pavia (Foto 2025 ANSA/FABRIZIO CASSINELLI)

Resta da capire se le nuove analisi sulla scena del crimine, affidate a Cattaneo, aiuteranno a stabilire se Avato aveva ragione o meno. Di sicuro, le nuove indagini non stanno lasciando nulla al caso, ad esempio è stato usato il laser scanner in 3D, oltre all’intelligenza artificiale, per ridisegnare la scena del crimine a 18 anni dal delitto di Garlasco. Il nuovo studio delle tracce di sangue (BPA) realizzato dai Ris di Cagliari potrebbe fornire nuove risposte.

PARLA L’ESPERTO DI LASER SCANNER IN 3D

Per il genetista forense e criminalista Giorgio Portera, esperto di laser scanner in 3D, possono emergere tracce mai considerate. “La ricostruzione 3D della scena del crimine servirà a dare il giusto peso probatorio alle impronte trovate dagli inquirenti“, ha dichiarato Portera a Giallo. Inoltre, ritiene che le tracce di sangue e i reperti macchiati di sangue possano essere valutate “con maggiore attendibilità, confermando o meno l’interpretazione già comunicata 18 anni fa“.



Ma per l’ex ufficiale del Ris di Parma, che è stato consulente della famiglia di Yara Gambirasio, a indicare l’eventuale presenza di più persone sulla scena del delitto di Garlascopiù che la tecnologia informatica, sarà l’analisi della scena tramite il BPA e lo studio delle lesioni sul corpo“, precisando che comunque “per ora non si può ancora dire nulla con certezza“.