A La vita in diretta si parla di Garlasco e gli inviati del talk hanno parlato con Giada Bocellari, storica legale di Alberto Stasi: ecco le sue parole
Il programma di Rai Uno, La Vita in Diretta, ha dedicato ampio spazio ieri all’indagine su Garlasco, soffermandosi sulle ultime indiscrezioni in merito alla Bpa, decisamente discordanti fra chi dice che non vi sarebbe traccia sulla scena del crimine di un secondo assassino, e chi invece sostiene l’opposto.
Il talk condotto da Alberto Matano ha parlato con Giada Bocellari, uno dei gli avvocati di Alberto Stasi, che sull’argomento ha spiegato: “Non so come queste agenzie possano aver titolato che c’era un solo assassino, a me non risulta che questa relazione sia stata data, abbiano notizie contrastanti che oggi smentiscono le agenzie di ieri. Altre indiscrezioni dicono in realtà che la BPA pare lasci la porta aperta a varie possibilità sulla presenza di più persone. La ricostruzione dell’omicidio sembra completamente diversa e che possa stravolgere e riscrivere la dinamica omicidiaria di allora e riportata nella condanna di Alberto Stasi”.
Poi ha proseguito: “Comunque abbiamo una Bpa di 300 pagine a fronte di una precedente bpa di 15/20 pagine quindi credo che la ricostruzione sia molto più precisa. Io invito tutti alla prudenza, ad evitare titoli eclatanti, totalmente destituiti di fondamento, lo trovo poco rispettoso nei confronti dei soggetti coinvolti, a partire dai genitori di tutte queste persone, la famiglia Poggi, ma anche la famiglia di Stasi che prova grandissima sofferenza, quindi ci vuole rispetto e Alberto vuole giustizia per Chiara”.
DELITTO DI GARLASCO, IL CRIMINOLOGO RADAELLI
Sempre La vita in diretta ha parlato con Radaelli, che è il criminologo della famiglia Poggi, che in merito alla Bpa ha precisato: “Io ero presente quando sono stati fatti i rilievi dei Ris di Cagliari con le strumentazioni moderne e in quella circostanza l’attività è stata fatta per essere integrata con la documentazione dell’epoca e questo potrebbe essere il problema che lo staff del colonnello Berti potrebbe essersi trovato a dover risolvere, integrare le nuove investigazioni con documentazioni fotografiche fatte all’epoca”.
Poi ha aggiunto: “E’ possibile un’altra modalità di morte? Non possiamo dirlo perchè non abbiamo visto il materiale prodotto dal Ris di Cagliari, possiamo solo rifarci sulla documentazione dell’epoca e sulla prima indagine Bpa, del Ris di Parma, che non erano professionisti qualunque, hanno fatto anche la Bpa della vicenda di Cogne, non degli sprovveduti”.
DELITTO DI GARLASCO, LE PAROLE DI ROBERTA BRUZZONE
Infine il commento di Roberta Bruzzone, da sempre critica verso questa seconda indagine: “I nuovi inquirenti hanno lavorato solo sulla scena, mentre Berti ha lavorato sull’adeguamento software su quella mappatura, quindi può esserci un coefficiente di distrazione”.
“Anche io non sono completamente allineata alla dinamica del Ris del 2007 ma il punto è capire se ci stanno o meno due persone, perchè se torniamo all’unico soggetto, il problema di riscrivere la dinamica rileva fino ad un certo punto, sempre uno resta e l’ipotesi in concorso della procura comincia ad avere un problema serio”.