Delitto di Garlasco, avvocato Bocellari sulla nuova inchiesta: "Non c'è la difesa di Alberto Stasi dietro l'apertura". Dall'impronta 33 al caso di Ignoto 3

DELITTO DI GARLASCO, LA BATTAGLIA DI BOCELLARI

L’avvocato Giada Bocellari ha dedicato gli ultimi 15 anni della sua vita e della sua carriera anche al caso di Alberto Stasi, senza mai arrendersi, anche nei momenti più complicati. Tutto ciò nella convinzione che gli elementi contro il suo cliente siano “gravemente insufficienti” per condannarlo. Da legale ha rispettato le sentenze, così come lo ha fatto il suo assistito, che ha risarcito la famiglia Poggi, ma la nuova inchiesta sul delitto di Garlasco apre nuovi scenari.



Bocellari, che ritiene vi sia una verità sostanziale diversa da quella processuale, nell’intervista a Gente ha spiegato come si è arrivati al nome di Andrea Sempio: nel 2016 col professor Giarda avviò una indagine privata per riesaminare tutte le carte, “un’attività funzionale a una revisione del processo“. La società investigativa ha riscontrato elementi potenzialmente interessanti su Sempio, così si è aperta una nuova porta e la scoperta del Dna sulle unghie di Chiara li ha portati a chiedere all’autorità giudiziaria di verificare quegli elementi, ma l’indagine fu rapida e si chiuse con un’archiviazione.



Alberto Stasi (Foto 2014 ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)

È stato il momento più buio a livello personale“, ha ammesso l’avvocato Bocellari, secondo cui non furono effettuati accertamenti. Ma non si è fermata, anzi ha approfondito il contesto del delitto di Garlasco. A quel punto successe qualcosa di strano: “Mentre indagavo su quello, hanno cominciato a pedinarmi“. Era il 2018 e l’avvocato Giada Bocellari portò a galla la vicenda degli strani suicidi a Garlasco. Due anni dopo venne presentata una richiesta di revisione, che però venne dichiarata inammissibile. Poi però si resero conto che col metodo biostatistico potevano arrivare al Dna, quindi depositarono la consulenza dei genetisti Roewer e Ricci.



LA NUOVA INCHIESTA E GLI SCONTRI SULLE CONSULENZE

Dunque, dietro la nuova inchiesta sul delitto di Garlasco non c’è alcun esposto, l’apertura del fascicolo non è un atto dovuto: non c’è stata neanche una richiesta di riapertura delle indagini. Dunque, l’indagine “è un atto voluto” dalla Procura di Pavia. Infatti, la difesa di Alberto Stasi ha appreso della nuova indagine quando è stata data la notizia in tv. Bocellari era all’estero e stentava a crederci: “Eravamo tutti e due molto agitati“.

La prima sensazione, però, non è stata quella di sollievo, anzi l’avvocato ha spiegato che si sentì spaesata e agitata. “Era una situazione molto diversa dal 2016, quando la vicenda era scaturita su iniziativa della difesa“, ha raccontato al settimanale Gente. Ora però c’è una grande attenzione mediatica, per cui l’auspicio è che sia corretta, anziché essere “tossica” come quella che riguardò Stasi. Per quanto riguarda le consulenze, per Bocellari non va deriso il lavoro degli esperti.

Infatti, sull’impronta 33 segnala l’esperimento può essere ripetuto. “Il sangue se l’è prelevato il nostro consulente dattiloscopista Oscar Ghizzoni. Ed è suo anche il sudore: è andato a correre per ore sotto il sole cocente“. Discorso diverso per Ignoto 3, visto che si parla di contaminazione: “È inaccettabile dire che è normale. Io nel processo a Stasi non ho mai sentito parlare di reperti contaminati. Adesso sembra che lo siano tutti“. Ma allora bisognerebbe riflettere sulla condanna del suo cliente.

Infine, Bocellari nell’intervista ha espresso la speranza che la giustizia faccia luce sugli aspetti ancora da chiarire del delitto di Garlasco. “È un’inchiesta complessa, perché tanti reperti dell’epoca non sono disponibili, e che ha dei tempi tecnici, nonostante la frenesia dell’opinione pubblica e della stampa, che non aiuta“, ha dichiarato il legale di Stasi, secondo cui gli inquirenti devono fare definitiva chiarezza sull’omicidio di Chiara Poggi.