Delitto di Garlasco, il genetista Marzio Capra (consulente Poggi) contro Procura di Pavia sull'impronta 44: "Non è di scarpa, ma della ruota di una bici"
DELITTO DI GARLASCO, IL GIALLO DELL’IMPRONTA 44
Nuove analisi scientifiche riaccendono i riflettori sul delitto di Garlasco con importanti novità che emergono alla luce del nuovo sopralluogo effettuato nella villetta teatro del crimine dai carabinieri del Ris, a distanza di 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi.
In quella circostanza è stata effettuata una mappatura dettagliata della scena con strumenti all’avanguardia, tra cui scanner laser e droni, per ricollocare con precisione schizzi di sangue, impronte e altre tracce repertate all’epoca. Tra i reperti rivalutati c’è l’impronta numero 44, individuata su un muro a destra delle scale che conducono alla tavernetta, dove fu ritrovato il cadavere della ragazza.

Per gli inquirenti, la sua posizione è significativa, in quanto risulta perpendicolare rispetto all’impronta 33, recentemente attribuita ad Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta. Ma per il consulente della famiglia Poggi, il genetista Marzio Capra, l’impronta 44 non sarebbe riconducibile a una calzatura, come ipotizzato inizialmente.
DELITTO DI GARLASCO, TRACCIA DI UNA BICI O DEL KILLER?
L’impronta 44 sarebbe frutto, secondo quanto riferito dai consulenti della famiglia Poggi a Fanpage, del passaggio della ruota di una bicicletta. A tal riguardo, la famiglia era solita parcheggiare una bici proprio in quel punto della casa, circostanza che rafforzerebbe questa interpretazione alternativa. Un elemento cruciale, però, riguarda la natura delle tracce: né l’impronta 44 né la 33 presentano presenza di sangue o DNA.
Questa assenza rende impossibile la datazione delle impronte, impedendo di stabilire con certezza se siano state lasciate prima, durante o dopo il delitto di Garlasco. Di conseguenza, anche l’eventuale attribuzione di un’impronta a una persona specifica non può di per sé stabilire un nesso temporale o causale con l’omicidio. Alla luce di ciò, si apre un interrogativo giuridico: può essere sufficiente l’associazione dell’impronta 33 ad Andrea Sempio per richiedere un rinvio a giudizio dell’indagato, se non è possibile collocarla temporalmente sulla scena del crimine?
La questione resta aperta e sarà oggetto di valutazione da parte degli inquirenti. Attualmente, l’attenzione degli investigatori si sta concentrando su tre tracce: l’impronta palmare 33, la 44 e la traccia ematica 97F, una strisciata di sangue che la Procura di Pavia ritiene compatibile con il passaggio di una mano insanguinata. Le indagini sono tuttora in corso e non si escludono ulteriori sviluppi nei prossimi mesi.
