A Morning News le parole di Antonio De Rensis, avvocato di Alberti Stasi: cosa ha detto sull'incidente probatorio e non solo
Il programma di Canale 5, Morning News, ha parlato stamane con Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, nell’ambito del delitto di Garlasco. Prima della chiacchierata l’inviato del talk, Emanuele Canta, ha ricordato cosa succederà oggi a Pavia: “Si chiederà al dattiloscopista Domenico Marchegiani di evidenziare impronte sui reperti di casa Poggi, in particolare sul sacchetto della spazzatura, il sacchetto dei cerali e la carta arancione che avvolge l’Estathè. Sul Fruttolo no perchè il materiale utilizzato nella ricerca del dna non consente più la ricerca delle tracce digitali. L’unica risposta latente sul precedente incidente probatorio era stata su una carta che avvolge il brick dell’Estathe e quindi ci si aspetta che qualcosa emerga. Sicuramente sarebbe un clamoroso colpo di scena se si trovassero tracce diverse da quelle di Chiara Poggi ed Alberto Stasi, ma nessuno se lo aspetta. Oggi ci sarà anche una dura battaglia – ha proseguito Canta – perchè davanti al Gip Garlaschelli gli avvocati della famiglia Poggi chiederanno di estendere l’incidente probatorio all’impronta 33 ma si opporranno i legali di Stasi, essendo un’analisi non irripetibile. Tutto quello che accadrà oggi si basa sulle tracce di dna trovate sulle unghie di Chiara Poggi che la procura attribuisce a Sempio”.
Ecco le parole del legale De Rensis, che in merito appunto agli esami di oggi spiega: “Tutto ciò che può servire in questa indagine va approfondito, ben venga questo esame come gli altri previsti dalla procedura. L’impronta 33? Rimarrei sorpreso qualora una fotografia entrasse in un incidente probatorio che ha regole molto precise, una foto può essere analizzato in qualsiasi momento. Noi ci aspettiamo molto da questa indagine in tutti i suoi aspetti – ha continuato il legale di Stasi – che è una indagine serie fondata su accertamenti che non sono idee ma cose concrete, quindi rispetto per chi indaga. Noi vediamo e osserviamo una indagine molto seria, fondata, che finalmente investiga a 360 gradi, lo dimostrano tutti i giorni, una indagine che dovrebbe essere rispettate maggiormente visto che non ho mai visto infatti una indagine così osteggiata e così a volte dileggiata, quindi cerchiamo di avere grande fiducia verso queste persone che indagano, pur nel rispetto di una sentenza che già c’è”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS SU IGNOTO 3
L’avvocato di Alberto Stasi è stato anche interpellato sul famoso ignoto 3, traccia del dna trovata nel cavo orale della bocca di Chiara Poggi “Penso che prima parlare di contaminazioni bisognerebbe aspettare gli accertamenti e qualora non vi risultassero contaminazioni e inquinamenti, e qualora si trattasse di uno soggetto ignoto si aprirebbe uno nuovo scenario, sarebbe il dna di una persona che era presente nel momento in cui Chiara veniva uccisa. Ciò che ipotizza la procura non lo so, non mi permetto di immaginarlo, a titolo personale dal primo giorno ritengo che sulla scena vi fosse più di una persona, magari con ruoli diversi e che hanno fatto cose diverse, non mi sorprenderei se ci fossero più persone: quali sono li elementi che mi fanno pensare a questo? Me lo tengo per me”.
Sempre sul possibile omicidio in concorso aggiunge: “Non è detto che più persone abbiano camminato sugli stessi luoghi, magari uno è rimasto a tre metri dall’entrata. Ci può essere una situazione di confronto che trascende? La domanda è intelligente e acuta ma io non rispondo”. Sul dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi, che secondo una consulenza della procura a firma del genetista Previderè, colui che risolse il caso di Yara Gambirasio, appartiene ad Andrea Sempio, De Rensis precisa: “Il dna sulle unghie di Chiara Poggi è una delle parti fondamentali di questa inchiesta che è fatta e formata da tanti elementi, perchè ricordo sempre le indagini tradizionali di cui nessuno parla. Io non conosco le indagini ma conoscono chi le fa, magistrati, carabinieri e il professor Prevedirè, attendo con grande fiducia mentre noto molto scetticismo di qualcuno che continua a parlare di oltraggio contro non so che cosa”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS SUL VERBALE DI SEMPIO
Infine sul verbale ad Andrea Sempio, che sembrerebbe presentare delle contraddizioni, De Rensis chiosa: “Non è stato evidenziato un elemento determinante e gravissimo: le parole del signor Sempio sono certamente frutto di un ricordo sbagliato per un semplice fatto perchè lui afferma che è stato mandato via con il papà quindi il verbale è finito. Non si svolgono le sit in cui la gente viene mandata via a fare la spesa a casa, poi si dice torna un attimo: si chiude il verbale che è finito e quando si ritorna si riapre il verbale. Quindi c’è questa circostanza gravissima che immagino sia frutto di un cattivo ricordo perchè se no sarebbe gravissimo che io non ho mai visto in 25 anni e credo nessun avvocato ha mai visto”.
Quindi aggiunge: “Lui la prima volta va via, poi viene richiamato perchè non erano state fatte delle domande, ma a quel punto non puoi svolgere un verbale ininterrotto che dura 3 o 4 ore, queste sono le cose che all’epoca bisognava indagare. Il malore? E’ un’altra cosa ancora ma che è una bazzecola in confronto a quello evidenziato che è terribile. Ora mi piacerebbe sapere dal capitano Cassese come mai il verbale è uno solo, è una delle tante domande che vorrei fargli, perchè il verbale è unico quando due persone salgono in macchina e vanno via inquinando la genuinità di una risposta. Questa è la ricostruzione del signor Sempio che è frutto certamente di un ricordo sbagliato, se ricordasse bene sarebbe gravissimo”.