Delitto di Garlasco, a Lo stato delle cose il confronto tra Antonio De Rensis e Massimo Lovati, i legali rispettivamente di Alberto Stasi e Andrea Sempio
Il delitto di Garlasco torna al centro di una nuova puntata del programma Lo stato delle cose, che proporrà il confronto in studio tra i legali dell’unico condannato, Alberto Stasi, e del nuovo indagato, Andrea Sempio. C’è solo una cosa su cui gli avvocati Antonio De Rensis e Massimo Lovati sono d’accordo: non è Stasi l’assassino di Chiara Poggi. Ma è una convinzione frutto di ragionamenti diversi. Se la difesa dell’ex fidanzato della vittima lo ritiene estraneo all’omicidio, il legale del nuovo indagato nutre la convinzione che sia stato usato come pedina per coprire il vero killer e i suoi mandanti.
DELITTO DI GARLASCO, LA POSIZIONE DI DE RENSIS
Nelle ultime ore, però, De Rensis è intervenuto a Ore 14 commentando anche l’ipotesi del coinvolgimento di una donna sulla scena del crimine. “Quell’impronta non ha assunto rilevanza insieme ad altri elementi, anche se avevano aspetti che imponevano degli approfondimenti. Non è detto che sia un’impronta frutto di un gesto volontario, potrebbe essere avvenuto anche nella dinamica dello spostamento del corpo. Io sono convinto che su quella scena non c’era una persona sola”, sostiene il legale di Stasi.
Per quanto riguarda l’impronta numero 33 sul muro, attribuita ad Andrea Sempio, il legale fa notare che dopo l’omicidio fu redatta una lista di oltre 40 persone entrate nell’abitazione, eppure Sempio non vi compariva. Inoltre, ritiene anomalo che non siano state trovate tracce di sangue del suo assistito sul manubrio della bicicletta, se non si era lavato le mani nella casa della vittima.
LE TEORIE DI LOVATI SULL’OMICIDIO DI CHIARA POGGI
Gli avvocati Antonio De Rensis e Massimo Lovati hanno avuto modo di confrontarsi ieri a Zona Bianca, partendo dal tema della testimonianza che collega Andrea Sempio al santuario della Bozzola: per il primo bisogna verificare se sia un aspetto rilevante, mentre il collega lo ha escluso categoricamente. Lovati, però, si distingue per le sue ipotesi suggestive sul delitto: dopo aver parlato di un sicario, ha aggiunto che sarebbe stato incaricato da un’organizzazione criminale.
Inoltre, avrebbe avuto la capacità di creare depistaggi per far credere che l’omicidio di Chiara Poggi fosse un delitto passionale, facendo ricadere la responsabilità su Alberto Stasi che, come ribadito anche nelle scorse ore a Mattino 5, sarebbe dunque una pedina e non c’entrerebbe nulla nel delitto, esattamente come il suo assistito. Il legale di Sempio, però, non intende spingersi oltre le dichiarazioni: ha fatto sapere di non aver intrapreso alcuna iniziativa investigativa autonoma, preferendo restare in attesa dei risultati degli esami autorizzati dal gip di Pavia.