C'era anche il generale Garofano ieri sera negli studi di Quarto Grado per parlare di Garlasco: ha risposto a chi lo ha accusato in queste ore
Il generale Garofano, ex comandante dei Ris, oggi consulente di Andrea Sempio nel caso di Garlasco, era ospite ieri sera come sempre di Quarto Grado e nell’occasione ha fatto chiarezza in merito alle accuse che gli sono state mosse nelle ultime ore, dopo che è esplosa la vicenda Venditti.
Nel tritacarne è finito infatti anche lo stesso Garofano per una consulenza da 6.300 euro che aveva fornito su richiesta dei legali di Sempio durante l’indagine del 2017: “Voglio respingere con forza le vergognose e ignobili illazioni uscite sulla stampa in rete e che usciranno ancora – le prime parole di Garofano – io sono stato incaricato dall’avvocato Lovati e dagli altri due legali, Soldani e Grassi di fare una consulenza firmata il 27 gennaio del 2017. Ho anche tutta la corrispondenza mail con gli avvocati, i contatti. Poi ho emesso una regolare fattura ai signori Sempio – erano loro gli assistiti – ed ho ricevuto un regolare bonifico”.
E ancora: “Avevo prestato la mia professionalità per poter interloquire rispetto alle conclusioni del dottore Linarello (consulente di Stasi ndr) che io non condividevo. Ho esaminato la perizia del dottor De Stefano, ho analizzato quella del consulente di Stasi ed ho espresso quelli che erano i miei pareri. Io avevo concluso il mio mandato il 27 gennaio dal 2017, ho ricevuto l’email dall’avvocato Soldani in cui mi ringraziava, e poi non sono andato ad esplorare la strategia difensiva quindi le illazioni di oggi sono veramente vergognose”.
DELITTO DI GARLASCO, LOVATI CHIARISCE SULLA CONSULENZA DI GAROFANO
L’avvocato di Sempio, Massimo Lovati, presente in studio, ha confermato: “Quando sono stato incaricato della difesa di Sempio ho pensato di pre costituirmi una consulenza tecnica da tenermi nel cassetto, quindi ho accompagno Sempio dal generale Garofano che gli ha prelevato il tampone”.
E ancora: “Non l’ho depositata perchè era una decisione mia, ora sarebbe utile (riferendosi all’incidente probatorio in corso ndr) ma non sette anni fa, non era necessario perchè fu un maldestro tentativo di riaprire le indagini, era un’indagine vuota di contenuti e ci voleva un secondo ad archiviarla perchè non valeva niente e io ho detto subito alla famiglia Sempio, state tranquilli perchè qui non c’è niente”.