Delitto di Garlasco, il generale Garofano (ex Ris) rinuncia a incarico: "Divergenze con la difesa di Andrea Sempio". La replica sulla consulenza
DELITTO DI GARLASCO, GAROFANO NON È PIÙ CONSULENTE DI ANDREA SEMPIO
Il generale Luciano Garofano non rientra più tra i consulenti di Andrea Sempio, indagato nella nuova indagine sul delitto di Garlasco: l’ex comandante del Ris di Parma ha annunciato di aver rinunciato all’incarico. Lo aveva ricevuto nel 2017, in occasione della precedente indagine, che si è conclusa con l’archiviazione. Il motivo della retromarcia è legato alle divergenze con la difesa di Sempio in merito a come affrontare l’incidente probatorio e sulle possibili analisi da fare.
Il generale ha voluto precisare nel suo comunicato che non ci sono altri motivi dietro la sua decisione: semplicemente non c’erano più i presupposti per continuare a lavorare con la difesa di Sempio. Ma ha ribadito di essere convinto che, sulla base delle prove scientifiche, Sempio dovrebbe essere scagionato.
Negli ultimi giorni, però, Garofano è stato al centro di un altro caso, quello del pagamento da parte del suo cliente di una consulenza del 2017, per la quale ha regolarmente emesso una fattura di 5mila euro. Sentendosi diffamato dalle insinuazioni circolate nei giorni scorsi, ha dato mandato ai suoi legali di agire in sede giudiziaria contro chi ha insinuato che fosse coinvolto in vicende penali.
DELITTO DI GARLASCO, INDAGINE BIOSTATISTICA PER IL DNA SULLE UNGHIE
A proposito della nuova indagine, sono emersi nuovi dettagli in merito all’esame per la traccia genetica trovata sulle unghie di Chiara Poggi, attribuita dalla Procura di Pavia ad Andrea Sempio. Stando a quanto riportato dalla Provincia Pavese, è prevista un’indagine biostatistica con un software di ultima generazione. Si tratta dell’analisi più importante dell’incidente probatorio, ma complessa, per questo è stata chiesta e disposta la proroga di 70 giorni.
Sulla possibilità che quel profilo genetico possa essere analizzato è scettico il genetista Marzio Capra, consulente della famiglia di Chiara Poggi: “Il dubbio è che abbia molte criticità, poi c’è la sensibilità di ogni operatore, c’è chi butta il cuore oltre l’ostacolo e chi si affida a dati robusti e sostanziali. Chi lo ha valutato finora lo ha sempre ritenuto non analizzabile, per vari motivi“.
Quando venne realizzata la perizia nel 2014 dal professor Francesco De Stefano, su incarico della Corte d’Assise d’Appello di Milano, i margini delle unghie di Chiara Poggi vennero “sciolti” con dei reagenti particolari. Ne scaturirono tre provette con il materiale biologico esaurito poi dalle tre estrazioni effettuate. Ognuna di essere restituì un profilo maschile diverso, per questo la genetista Denise Albani, che si sta occupando dell’incidente probatorio, ha parlato di un dato non consolidato, misto e incompleto.