Delitto di Garlasco, cosa dice la consulenza della difesa di Alberto Stasi sull'impronta 33: "E' di Andrea Sempio e c'è sangue oltre a sudore"
DELITTO DI GARLASCO, SVOLTA SU IMPRONTA 33?
La tanto attesa consulenza della difesa di Alberto Stasi sull’impronta 33 è stata depositata: non solo c’è la conferma che è di Andrea Sempio, ma è stata riscontrata anche la presenza di sangue, oltre che di sudore. Le conclusioni degli esperti Pasquale Linarello, Ugo Ricci e Oscar Ghizzoni – che hanno firmato la relazione tecnica – sono finite agli atti della Procura di Pavia.
Se quanto emerso verrà avallato dal lavoro degli inquirenti, allora la posizione dell’indagato potrebbe aggravarsi, secondo quanto riportato da Repubblica. La presunta svolta riguarda l’impronta del seminterrato della villa dove è stato gettato il corpo di Chiara Poggi quando è stata uccisa.

La tesi della difesa dell’unico condannato per il delitto di Garlasco è che quella impronta contenga «sudore e materiale ematico», verosimilmente quello della vittima. I periti hanno anche confermato che l’impronta 33 può essere attribuita ad Andrea Sempio, perché ci sono «15 minuzie ben identificabili», come avevano indicato i consulenti della Procura di Pavia, Gianpaolo Iuliano (Ris) e Nicola Caprioli, che è dattiloscopista.
COSA DICE LA CONSULENZA DELLA DIFESA DI ALBERTO STASI
A tal riguardo, la consulenza prodotta dai legali di Stasi ritiene che le conclusioni di quella degli inquirenti siano «condivise e condivisibili», anche perché il metodo usato risulta corretto, «estremamente meticoloso e preciso».
Tornando alla traccia al centro della consulenza, si indica che è il risultato di «un contatto palmare intenso»: in altre parole, è stata impressa sul muro con il peso del corpo. Lo si evince da alcuni «accumuli» più scuri, quindi quell’impronta non è stata lasciata sfiorando la parete con la mano scendendo le scale.
La dinamica ritenuta più compatibile è quella di una mano che viene poggiata sul muro mentre ci si sporge dalla soglia della scala che porta alla cantina. Questa dinamica è stata presentata anche tramite una proiezione tridimensionale allegata alla consulenza.
GLI ESPERIMENTI PER DIMOSTRARE LA PRESENZA DI SANGUE
Per quanto riguarda il sangue, anche se non è più disponibile l’intonaco e sebbene fosse stata esclusa la presenza di sangue, per i tre periti è intrisa di sangue.
Hanno riprodotto il sopralluogo effettuato dopo il delitto di Garlasco ed effettuato un esperimento tramite prove con sudore, sangue e sudore e sangue, poi hanno sottoposto la calce agli stessi trattamenti e fotografato i risultati, constatando che i risultati sono stati identici: risultato dubbio per il Combur Test e negativo per l’OBTI Test, a causa di un uso sbagliato della ninidrina sulla calce, che ha inibito la reazione positiva.
I consulenti ritengono che l’impronta 33 contenga sangue e sudore frutto sicuramente «non da primo contatto, ma da contatti successivi oppure da contatti di una mano con sangue parzialmente essiccato o di una mano sommariamente ripulita, ad esempio, sui vestiti».
VERSO BATTAGLIA SU IMPRONTA 33
Questo esito non era stato raggiunto, invece, dai consulenti della Procura di Pavia; peraltro, differisce da quello realizzato dagli esperti della famiglia Poggi e da quelli incaricati dai difensori di Andrea Sempio. Nel primo caso, la 33 viene considerata una traccia non insanguinata, lasciata da un appoggio veloce; nel secondo si contestano le minuzie, ridotte a cinque, e si parla di «interferenze murarie». Quanto basta per prevedere che l’impronta 33, esclusa dall’incidente probatorio, sarà oggetto di una battaglia tra periti e legali.
Visualizza questo post su Instagram
