Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, è stato intervistato ieri da Zona Bianca nell'ambito del delitto di Garlasco

C’era anche Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, ieri sera negli studi di Zona Bianca, talk in diretta su Rete 4, per parlare del delitto di Garlasco. Il noto penalista ha esordito così: “L’incubo del Fruttolo è finito, è durato è una notte e si è fugato”, con riferimento ai timori in merito all’incidente probatorio e all’analisi della spazzatura di casa Poggi. Quindi Lovati si è soffermato sull’impronta 33, che secondo l’accusa apparterebbe ad Andrea Sempio, ma non per la difesa dell’indagato, nonché per la famiglia di Chiara Poggi, che hanno presentato una consulenza che si scontra con le prime risultanze.: “L’impronta 33 è stato un atto di terrorismo non so se imputarlo alla stampa o alla fuga di notizie, è stata terrorismo pura quella fotografia del palmare che loro dicono essere di Sempio, con quella foto rossastra da cui i consulenti tecnici della procura hanno evinto 15 minuzie. Era il 20 maggio, il giorno in cui non ci siamo presentati all’interrogatorio per un vizio di forma, eravamo tutti nel mio studio, compresi i giornalisti, ed è comparsa sta fotografia sensazionale, si diceva che era l’orma dell’assassino a fianco del cadavere di Chiara e ho avuto attimi di terrore. Poi ho acceso il pc, c’era una nota della procura in cui si replicava che i loro consulenti avevano concluso così e mi sono tranquillizzati, erano consulenti tanto è che i nostri consulenti hanno ribaltato tutto. Mai pentito che non ho fatto parlare Sempio quel giorno”.



Quindi ha ribadito sempre sull’impronta 33: “Era già stata analizzata dal Ris nel 2007 ed era stata ritenuta non idonea perchè priva di sostanze ematiche. Ma non è solo la mia consulenza, ma anche la consulenza del Ris del 2007 e anche la consulenza della parte civile oltretutto, sono tre consulenze”. Di nuovo sull’impronta 33: “Non è vero che i dati erano già a nostra disposizione, la nota della procura mi è arrivata dopo che noi non siamo andati all’interrogatorio, dopo che è stata diffusa dalla stampa. La consulenza tecnica della procura è del 9 maggio ma me lo dicono in quel comunicato”. E ancora: “Le cose devono essere chiare, io il comunicato l’ho ricevuto il 20 di maggio e ho appreso quel giorno che i tecnici della procura avevano depositato questa consulenza il 9 di maggio. Perchè non me l’hanno detto prima? Ho le prove di quello che dico, io prima non sapevo un fico secco”.



DELITTO DI GARLASCO, LA BOMBA DI LOVATI: “QUEL 13 DI AGOSTO C’ERA LA FIERA…”

Quindi ad un certo punto l’avvocato di Andrea Sempio ha sganciato la bomba, spiegando che la mattina del 13 di agosto 2007, quando è stata uccisa Chiara Poggi, già molte persone erano venute a conoscenza dell’omicidio, una dichiarazione che se confermata ribalterebbe 18 anni di indagini: “Voi state trascurando un dato di fatto – racconta il legale – io sono nato il 13 agosto del 1952 e il 13 agosto del 2007 c’era la fiera a Vigevano, la fiera d’agosto, il secondo lunedì del mese, io avevo lo studio sopra la fiera in via Sforza, sono sceso alle 11:30 dal mio studio per andare a vedere le bancarelle e già tutti sapevano quello che era successo a Garlasco, una voce che girava per tutta la piazza in tutte le bancarelle, strano che non lo sapesse nessuno. Io dico alle 11:30 del mattino non la sera”.



De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, presente anch’esso in studio a Zona Bianca, salta quasi sulla sedia all’udire queste parole e commenta: “Queste tue dichiarazioni sono importantissime, sono serissimo”, e Lovati ha ribadito: “A Vigevano e non a Garlasco, alle 11:30, strano che non l’avesse saputo Alberto Stasi, io sono pronto a testimoniare, che poi coincide con gli orari, ma certo che confermo, se fate vedere gli orari coincide, se l’avevano uccisa alle 9:30 lo sapevano già, era una voce che corre. Nelle bancarelle – ha continuato ancora l’avvocato – correva voce che c’era stato un omicidio di una ragazza, coincide con le perizie, non si diceva il nome, dicevano che avevano ammazzato una ragazza”, e De Rensis ribatte: “Questa è clamorosa”. Massimo Lovati quindi aggiunge: “Certo che non c’entra niente Stasi”.

Garlasco, Lovati (Foto: Zona Bianca)

DELITTO DI GARLASCO, LOVATI E LA BOMBA DEL 13 AGOSTO: “L’UNICO CHE NON SBAGLIA SONO IO”

Lovati poi precisa: “Io non l’ho detto agli inquirenti, mi sto sbagliando? Coincide con gli orari”, per poi rispondere a Sabrina Scampini, che invece sembra mettere in dubbi i ricordi del difensore di Sempio: “L’unico che non sbaglia qui sono io”, ribadendo quindi la sua tesi sul 13 agosto e le voci che circolavano a Vigevano. De Rensis aggiunge, lamentandosi: “Quando l’avvocato Lovati fa bene il proprio lavoro e contrattacca questa indagine mi sembra che riceva i complimenti, quando poi dice una cosa scomoda…”. Lovati, nonostante critiche dallo studio, non cambia idea: “Sono sicuro delle mie voci”.

L’avvocato di Andrea Sempio aggiunge: “Non capisco il vostro stupore quando l’esame autoptico sul cadavere dimostra che è stata uccisa fra le 9 e mezzogiorno, quindi va ad avvalorare ciò che dico io. Vigevano è a 10 km da Garlasco, c’era tanta gente di Garlasco. Stasi non è mai entrato in casa, ha fatto una sceneggiata”. Lovati ha parlato infine anche del telefono di casa Poggi a Garlasco, con la macchia del sangue sospetta trovata sotto la cornetta, come ci è finita lì? Anche in questo caso l’avvocato ha una sua teoria: “Forse la cornetta è stata staccata e poi i carabinieri l’hanno rimessa a posto. Se l’assassino ha rimesso la cornetta a posto è un fesso, lascerebbe le proprie impronte, a meno che non abbia i guanti”.