L'intervista negli studi di Quarto Grado, sul giallo di Garlasco, all'ex maresciallo dei carabinieri di Vigevano, Pennini: le sue parole
L’ex maresciallo dei carabinieri di Vigevano, Pennini, è stato ospite ieri sera di Quarto Grado per parlare del caso di Garlasco e l’occasione è stata propizia per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Spesso e volentieri l’ex maresciallo di Garlasco, Marchetto, lo “ha accusato” di avergli remato contro, come ad esempio quando si sofferma sulla vicenda dei presunti graffi trovati sulle braccia di Alberto Stasi il giorno della mattina dell’omicidio di Chiara Poggi.
“Io avrei dovuto fotografare i graffi di Stasi? Mi risulta che Marchetto – spiega l’ex carabiniere – abbia acquisito tutti gli atti del processo d’Appello bis e se legge bene gli atti risulta che non li ho visti io per primo quei graffi ma il brigadiere Serra”.
Poi precisa: “Non erano graffi, erano arrossamenti, me lo disse il collega mentre eravamo a casa Poggi. Definirli graffi è fin troppo, ma io dissi a Serra che appena rientrava in caserma di fargli una foto e lui l’ha fatta”.
DELITTO DI GARLASCO, PENNINI: “NESSUNO HA DIRITTO A SALIRE SUL CARRO”
Marchetto lo accusa di essere salito sul carro dei vincitori e non su quello dei giusti, e Pennini ribatte: “Su un carro o l’altro nessuno di noi ha il diritto di salire, dobbiamo andare a piedi visto gli errori che abbiamo fatto tutti quanti è cosa gradita.
Io ci metto la faccia ma lui che era il comandante dalla stazione si è dissociato da ogni errore, lui non ha fatto errori. Scendiamo tutti dal carro, andiamo a piedi e facciamoci un esame di coscienza. Ma da adesso in avanti deve iniziare a camminare e pedalare forte”.
Su questo risentimento di Marchetto nei confronti degli ex colleghi, Pennini aggiunge: “Non credo che lui nasconda qualcosa ma questo risentimento lui ce l’ha con me perchè nel processo per falsa testimonianza io ho testimoniato che lui non era presente nell’audizione della signora Bermani. Lui non è stato presente neanche un secondo con me nella stanza – precisa – non c’era fisicamente e questo lo ha fatto condannare”.
DELITTO DI GARLASCO, PENNINI: “SONO ANNI CHE MARCHETTO…”
Poi aggiunge: “Sono anni che nei miei confronti fa le sue interviste e io non ho mai potuto replicare perchè ero in servizio. Da marzo ha ricominciato a dire la storia dei graffi e io sono stato costretto a fare una querela verso Marchetto. Lui mi ha chiesto di rimetterla ma gli ho detto di fare una donazione di 1000 euro all’Onoma per gli orfani dei carabinieri: mi ha dato 1.000 euro e poi io ho fatto la donazione”.
Chissà che questa querelle a distanza prima o poi non trovi la parola fine, certo è che forse per la prima volta chi ha indagato all’epoca ha fatto mea culpa sui possibili errori svolti nell’indagine, tenendo conto dei moltissimi punti interrogatori che quell’inchiesta del 2007 ha sollevato nel corso dei successivi 18 anni.