A Zona Bianca ampio approfondimento sul delitto di Garlasco con le parole del tecnico balistico Enrico Manieri e non solo
Zona Bianca, talk di Rete 4, ha parlato del giallo di Garlasco, intervistando Enrico Manieri, esperto balistico, che si è soffermato su una particolare lesione rinvenuta sul corpo della povera Chiara Poggi, supponendo che chi l’abbia colpita fosse quasi un esperto di arti marziali o per lo meno qualcuno che sapeva come picchiare e come fare male. “Colpendo di sorpresa con un colpo di questo genere ti lascia talmente attonito che non dà una possibilità di una reazione”. Quindi ha aggiunto: “C’è una ferita sulla faccia anteriore esterna della coscia sinistra di Chiara, una ferita di questo genere con un grosso livido e una escoriazione a mio parere è riconducibile all’inizio dell’aggressione, nel momento in cui, a mio parare, la ragazza è stata colpita violentemente con un calcio sulla coscia sinistra e questo ha causato la caduta della ragazza vicino alla scala”.
Quindi ha aggiunto: “Nell’ambito di questa azione sarebbe stato coinvolto questo portavaso con il vaso che si trovava sopra, che si trovava fra la scala e la porta della cucina. Un calcio di questo tipo non è in grado di mettere fuori combattimento una persona, quindi lo scopo è solo di metterla in condizioni di inferiorità fisica, farla cadere, sferrato di sorpreso e da una persona che sapeva le conseguenze che avrebbe provocato. Qualunque persona che seguisse gare a livello agonistico conosce l’effetto di questo calcio e averlo praticato in questo modo presuppone forse un certo tipo di allenamento”.
DELITTO DI GARLASCO, MANIERI: “CHIARA COLPITA DA CHI SAPEVA COLPIRE”
Quindi l’esperto ha proseguito sui fatti di Garlasco: “Era una persona che sapeva come colpire, dove, e sapeva anche probabilmente i tempi di reazione, quindi ha impedito in un certo qual modo di gridare”. Manuel Spadaccini, esperto di difesa personale, la pensa però in maniera diversa e in merito alla ferita in questione parla più di schiacciamento che di colpo: “A mio avviso potrebbe essere stato che l’aggressore sia salito col ginocchio sulla gamba della vittima e abbia schiacciato i tessuti col proprio peso, un calcio lascerebbe una impronta più ovalizzata, qui invece vedo che c’è tutta una parte come se fosse abrasa, come se ci fosse stata una permanenza maggiore, non è stato un colpo e via come un calcio, ma una permanenza che ha spostato i tessuti schiacciandoli, come se fosse stato uno schiacciamento sulla gamba”.
“Nulla fa presagire che debba per forza avere una esperienza nelle arti marziali – aggiunge l’esperto – perchè semplicemente potrebbe essere stato il raptus di una persona, si è scagliata su di lei, dove colpisce colpisce, scende su di lei e poi si sfoga principalmente con il braccio dominante. Io credo fortemente che chi sia responsabile è mancino”. Enrico Manieri si è poi soffermato sul famoso telefono di casa Poggi e Garlasco e sulla traccia di sangue trovata sotto la cornetta: “Ho cercato di riprodurre la scena del crimine per capire se fosse possibile lasciare una impronta di questo tipo. E’ necessario che l’impatto fra la goccia che arriva e la superficie abbia una inclinazione fra i 10 e i 15 gradi, La superficie del telefono è però curva e non piana quindi una goccia che arriva dovrebbe sfiorare la parete del telefono”, mostrandola alle telecamere.
DELITTO DI GARLASCO, MANIERI SULLA MACCHINA TROVATA SUL TELEFONO
“Noi abbiamo due superfici molto vicine, come si può infilarsi una goccia con quel tipo di inclinazione? E’ vero che la goccia poteva passare ma deve avere anche questa inclinazione, dovrebbe essere più ovale ma senza la coda di uscita. Cosa è successo? La cosa più facile da immaginare è che la cornetta non fosse in posizione di riposo. Chiara dopo l’aggressione sicuramente non ha toccato la cornetta perchè se no troveremmo delle sue tracce”. Quindi conclude: “Sulla scena del crimine ci sono almeno due persone più qualcuno che ha avuto un altro ruolo come aprire le porte ad esempio”.
Zona Bianca, ha infine parlato con Mario Paganini criminologo, che ha analizzato la scena del crimine di Garlasco così: “Sicuramente quella cavigliera è stata toccata dall’assassino o da chi era con l’assassino. anche perchè si è sempre stabilito che Chiara fosse stata trascinata per i piedi e quando trascini una persona non lo fai per gli alluci ma per le caviglie. Il problema è che in sede di risultanze dell’esame questo dna era risultato inibito”, il reperto risultava contaminato da sostanze che potevano aver alterato il processo di classificazione. “Il pigiama? Le dirò di più, c’è una cosa che è stata fatta al di là del corpo rovesciato, Chiara Poggi – è anche questo è stato evidenziato – è stata presa da sotto le ascelle quindi anche dalle parti del tessuto sotto le ascelle sarebbe stato possibile estrarre delle prove abbastanza significative”.