Delitto di Garlasco, a Lo Stato delle Cose parla Roberto Freddi, amico di Andrea Sempio. "Lo scontrino non è un alibi, ma un indizio". E su Alberto Stasi...
Da quando sono state riaperte le indagini sul delitto di Garlasco, anche gli amici di Andrea Sempio sono finiti nell’occhio del ciclone, al punto tale che è diventato quasi impossibile rintracciarli per un’intervista. Né Alessandro Biasibetti né Mattia Capra hanno voluto parlare a “Lo Stato delle Cose“, che aveva provato a rintracciare gli amici dell’indagato. Molto teso è stato inizialmente l’incontro con Roberto Freddi, che poi ha risposto ad alcune domande.
“Certo che siamo stati vicini alla famiglia, io li conosco da trent’anni“, ha dichiarato Freddi sulla famiglia Poggi, spiegando di sentire “limitatamente” gli amici. Ad esempio, ha spiegato che lui e gli amici hanno un gruppo su WhatsApp, ma non si sentono quotidianamente.

“In maniera assoluta adesso no, adesso c’è voglia il più possibile di condurre una vita normale“, ha spiegato Freddi. Infatti, quando è emersa la notizia della nuova indagine su Andrea Sempio, non si è fatto sentire. “Il gruppo WhatsApp è in standby, a riposare“.
DELITTO DI GARLASCO, I DUBBI DI ROBERTO FREDDI
Ma dall’intervista emergono altri passaggi interessanti, a partire dalle telefonate con Andrea Sempio il giorno del delitto di Garlasco. “L’ho saputo attraverso la vostra categoria. Era una baraonda della madonna! Non era mai successa una cosa del genere qua“, ha spiegato Roberto Freddi riferendosi ai giornalisti. Ma ai pm aveva dichiarato di aver appreso la notizia dell’omicidio di Chiara Poggi alle 16:30.
“Chi glielo dice? Quali carte? Se sono quelle del 2008 lasci perdere. Ma non lo sa che hanno verbalizzato che io ho fatto 10 minuti di interrogatorio? Ma secondo lei è sensato?“, ha rivelato l’amico di Andrea Sempio e Marco Poggi. Ma ancor più interessante è il commento sullo scontrino dell’amico a Vigevano: “Ma possibile che non lo capisce nessuno, non è un alibi, ma un indizio. Sarebbe stato un alibi se le telecamere lo avrebbero ripreso. Qui vuole risposte? Vada dai carabinieri di Vigevano e chiedano perché non ci abbiano pensato“.
Lo stesso Ferri è perplesso su come siano state condotte le indagini. “Loro sono partiti perché chi è adesso in carcere, indipendentemente da torto o ragione, se l’è andata a cercare. Lui si è attirato l’attenzione negativo contro e quindi sono andati così…“.
DA ALBERTO STASI ALLE NUOVE INDAGINI
D’altra parte, Roberto Freddi non si è sbilanciato su Alberto Stasi: “Non è stato lui? Non sto dicendo questo, non l’ho mai conosciuto”. Inoltre, si è detto dispiaciuto per l’amico Sempio e la sua famiglia. “La domanda che mi faccio è perché proprio Andrea? Non è l’unico amico di Marco Poggi“.
Invece, in merito alle indagini ha concluso: “Certo che è una cosa forte, siamo preoccupati, qui non si capisce… La procura avrà in mano qualcosa, non si capisce che cosa, giustamente tengono il riserbo su una cosa di questo genere, ma usciranno allo scoperto a un certo punto“. Un’intervista interessante per l’avvocato Antonio De Rensis, che auspica approfondimenti da parte della Procura di Pavia.
