Delitto di Garlasco, (ri)spunta un altro Dna: perché si torna a parlare del pollice di Chiara Poggi e la reazione del genetista della famiglia alla notizia
C’è un’altra traccia di Dna su cui la Procura di Pavia ha acceso un faro nella nuova indagine sul delitto di Garlasco: lo sostiene Il Tempo, facendo riferimento a un profilo genetico individuato sul pollice della mano destra della vittima, Chiara Poggi.
Il campione non è inedito, fu contrassegnato con una sigla, MDX1, che all’epoca non fu ritenuta rilevante dal Ris di Parma. Ma il giornale riferisce che era ritenuta interessante dagli inquirenti, visto che se ne parla in una nota tecnica allegata alle operazioni irripetibili che sono state svolte nei laboratori nel 2007.
Infatti, gli investigatori provarono l’analisi nel contraddittorio, alla presenza dell’allora consulente di Alberto Stasi, il genetista Matteo Fabbri. Il risultati degli esami parlavano di una possibile commistione fra due Dna distinti. Ma i tre elettroferogrammi vennero ritenuti non interpretabili.
Ma ora quel codice genetico, presente sul pollice destro della mano dove è stato individuato il codice genetico di Andrea Sempio, unico indagato al momento nella nuova indagine sul delitto di Garlasco, potrebbe portare a un nome.
DELITTO DI GARLASCO, IL COMMENTO DI MARZIO CAPRA
Il genetista Marzio Capra, ex vicecomandante del Ris di Parma e consulente della famiglia di Chiara Poggi, è intervenuto ai microfoni di Fanpage per discutere del campione genetico MDX1, spiegando che era semplicemente un campione della mano destra, e non del pollice.
La confusione nascerebbe dal fatto che di solito la sigla di un campione potrebbe indicare una parte precisa della mano, ma nel caso in questione non è andata così, in quanto tutti i campioni della mano destra erano stati messi insieme in un’unica provetta, e lo stesso era stato fatto per la mano sinistra.
Per quanto riguarda gli accertamenti effettuati in passato, Capra ha ricordato che erano stati giudicati inattendibili, evidenziando che ciò non è cambiato, perché le analisi non hanno prodotto risultati affidabili fino ad oggi.
Ma è in programma il secondo incidente probatorio, in cui il dattiloscopista Domenico Marchigiani dovrà cercare eventuali impronte sulla spazzatura trovata in casa della vittima: se in futuro il perito dirà che i campioni o i risultati sono affidabili, dovrà spiegare chiaramente perché: “Vediamo cosa dirà il perito, se cambierà le carte e ci dirà che sono attendibili, dovrà spiegare anche il motivo“.