Demografia, l'allarme dell'economista Carlo Favero: "Renderà debiti pubblici sempre più insostenibili". Le soluzioni possibili sono però impopolari
Il progressivo invecchiamento della popolazione è anche una sfida economica significativa, perché la demografia complica la gestione del francia debito sussidiario. Lo spiega Carlo Favero, economista della Bocconi che ha recentemente analizzato come i trend demografici nei paesi occidentali influenzino la sostenibilità dei conti statali. Secondo il suo studio, il debito cresce attualmente più velocemente del Prodotto interno lordo, e questo squilibrio è amplificato dall’invecchiamento della popolazione.

L’invecchiamento della popolazione contribuisce a questo fenomeno in tre modi principali, come spiegato dal Foglio: frena la crescita del Pil, perché una forza lavoro ridotta produce meno ricchezza; aumenta il carico sui conti pubblici, a causa delle spese maggiori per pensioni e sanità; e spinge verso l’alto i tassi di interesse, poiché la diminuzione dei risparmi disponibili rende più competitivo il mercato del finanziamento.
L’ANALISI DI FAVERO E LE SUE PROPOSTE
Le soluzioni possibili, secondo l’analisi di Favero, sono tutte impopolari: più immigrazione per ringiovanire la popolazione, aumento dell’età pensionabile, riforme strutturali per aumentare il PIL potenziale, aumento della natalità, che però ha effetti molto lenti.
La Francia sta entrando in uno scenario che l’Italia vive da decenni, eppure nel nostro Paese cresce comunque la spesa pensionistica. Aumentando l’età pensionabile, però, sale la popolazione attiva, secondo Favero, e così pure la crescita.
In quest’ottica, la riforma Fornero, pur essendo spesso criticata, ha prodotto effetti duraturi sul mercato del lavoro: secondo l’economista, l’aumento dell’occupazione tra gli over 50 è in parte attribuibile a questa riforma, che rientra tra gli interventi capaci di migliorare la sostenibilità del debito pubblico. Di sicuro, tutte queste considerazioni confermano quanto sia importante che pure gli economisti si occupino di demografia.
MOSCOVICI TRANQUILLIZZA: “NON INTERVERRÀ LA FMI”
Di debito pubblico francese ha parlato anche Pierre Moscovici, ex commissario europeo per la fiscalità e l’unione doganale, secondo cui non c’è alcun rischio di un intervento del Fondo Monetario Internazionale, anche se il primo ministro François Bayrou è sempre allarmista nei confronti della situazione finanziaria francese. “No, il FMI non verrà a Parigi. Non siamo affatto, ma per niente, nella situazione della Grecia che ho ben conosciuto negli anni 2010 e successivi“.
Anche se ritiene che il caso della Francia non sia “critico, ma comunque preoccupante“, lo scenario catastrofico di un piano di austerità imposto dal FMI, dall’UE e dalla BCE non è all’ordine del giorno. “Perché gestiamo bene il nostro debito. Il vero problema è il costo del nostro debito“.
Infatti, gli interessi pagati ogni anno ai creditori rischiano di diventare la prima voce di spesa di bilancio, davanti all’istruzione nazionale e alla difesa. La posta in gioco del bilancio difesa da François Bayou è quindi quella di ottenere 44 miliardi di euro di risparmi come primo passo per ridurre il deficit pubblico a meno del 3% del PIL nel 2029, soglia a partire dalla quale il debito non aumenterebbe più, secondo il primo ministro francese.
