Tredici migranti minorenni, naufraghi minori che sono sbarcati ad Ancona negli scorsi giorni con le navi Ocean Viking e Geo Barents, si sono allontanati dall’ex hotel Massi, la struttura di accoglienza gestita dalla Caritas in quel di Senigallia, nell’anconetano. Del gruppo di tredici, come riferito dal portale del Corriere Adriatico, tre avrebbero fatto ritorno nella serata di ieri, e secondo gli operatori dello stesso centro non è da escludere che altri possano rientrare nelle prossime ore. Ne restano quindi in circolazione dieci, tutti ragazzini di età compresa fra i 15 e i 17 anni, anche se in alcuni casi l’età andrebbe verificata, e tutti provenienti dai Paesi africani.
Il gruppo, composto in totale da 39 migranti, era stato soccorso al largo delle coste della Libia e poi trasferito recentemente ad Ancona, porto sicuro assegnato e indicato recentemente dal ministero degli interni, per un viaggio di circa 1.500 chilometri. Non è da escludere, aggiunge il quotidiano, che qualche ragazzino si possa essere allontanato dalla struttura di accoglienza in quanto abbia dei punti di riferimento in zona, magari dei parenti o degli amici. Alcuni, ad esempio, sarebbero stati individuati a Rimini, ma in ogni caso, come specificato dall’agenzia Ansa, i minorenni non sono obbligati a rimanere nel centro di accoglienza dell’anconetano. Sulla vicenda si è espresso anche il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, che ha comunicato di essere stato informato dell’allontanamento dei giovani migranti, aggiungendo: «speriamo solo in via provvisoria».
MIGRANTI MINORENNI SCAPPATI DA CENTRO DI ANCONA: LE PAROLE DEL MINISTRO PIANTEDOSI A FIRENZE
Lo stesso ministro, al termine del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica tenutosi ieri a Firenze, ha aggiunto: “L’Italia è un Paese con ottomila chilometri di coste e quindi non è colpa mia se ci sono molti luoghi di approdo. Ho già spiegato pubblicamente quale è la filosofia che c’è dietro l’assegnazione dei porti, l’esigenza di congestionare il meno possibile i luoghi di arrivo spontanei, quelli non possiamo orientarli, sono Calabria e Sicilia, per esigenze logistiche e di contenimento anche delle risorse che noi impieghiamo poi per trasferire le persone. Sicilia e Calabria sono sotto stress per gli arrivi e quindi l’obiettivo è decogestionare queste due regioni”.