Diego Dalla Palma, vittima di abusi a 15 anni/ Bullizzato perché effemminato

- Elisa Porcelluzzi

Diego Dalla Palma è stato vittima di bullismo quando era un bambino "gracile, effemminato, sensibile". A quindici anni è stato anche vittima di abusi.

Diego Dalla Palma è stato vittima di bullismo quando era un bambino "gracile, effemminato, sensibile". A quindici anni è stato anche vittima di abusi.

Diego Dalla Palma bullizzato dai coetanei quando era bambino

Nato a Enego, in provincia di Vicenza, da due pastori, Diego Dalla Palma è diventato uno dei visagisti più famosi al mondo. Durante la sua lunga carriera ha truccato forse trentamila donne, tra attrici, cantanti e persone comuni. “Riempivo la casa di volti di donna con le labbra pittate e l’insegnante di disegno ebbe il pregio di capire quanto fossi tormentato e che vita terribile avrei avuto se non avessi seguito l’istinto artistico”, ha raccontato Dalla Palma al Corriere della Sera in occasione dei suoi 70 anni. Ma non è sempre stato facile avere questo talento in un piccolo paese di provincia: “Ero un bimbo gracile, effemminato, sensibile, e perciò pesantemente bullizzato. Subivo dai coetanei angherie di ogni sorta. Se non fossi andato via, mi sarei ucciso. Però, chi mi ha fatto male non sa che mi ha scatenato il motore della personalità. Sono andato via per non morire e perché mia madre voleva che facessi tutto quello che lei non aveva potuto fare”.

Diego Dalla Palma gli abusi quindi aveva 15 anni

Dopo essere stato bullizzato durante la sua infanzia, Diego Dalla Palma è stato anche vittima di abusi. Per coltivare il suo talento, Diego fu mandato a una scuola d’arte a Venezia con convitto dai preti: “È stata la mia salvezza e la mia dannazione, perché lì ho avuto le attenzioni di un prete enorme, di 120 chili, padre Ugo di Gubbio”, ha raccontato a Candida Morvillo sul Corriere della Sera. All’epoca aveva 15 anni e gli abusi sono andati avanti per due anni: “A casa non lo dissi, mamma mi avrebbe dato due ceffoni, per lei, i preti erano solo buoni. Ma io stesso non la vivevo come una violenza, ma quasi come un servizio. Pensavo: sto qua, vado a scuola, qualcosa devo restituire”. A distanza di anni, Dalla Palma non ricorda con odio o rancore quel prete: “Prima di morire, mi chiamò e mi chiese: Dieghino, mi vuoi bene? Gli risposi di sì. Mi dissi: lascialo andare in pace”.





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