Dieselgate, dopo 10 anni arrivano le prime condanne ai dirigenti Volkswagen, accusati di aver manipolato i software per certificare emissioni più basse
Scandalo Dieselgate, dopo 10 anni si è concluso con una condanna a 4 manager della Volkswagen il processo in Germania che vedeva imputata la casa automobilistica con l’accusa di truffa sui test che dovevano stabilire i livelli delle emissioni sul banco di prova prima dell’immissione su strada dei veicoli. Secondo quanto stabilito nella sentenza dei giudici del tribunale di Braunwschweig, i dirigenti dell’azienda avrebbero volutamente truccato i software per falsificare i risultati, utili ad ottenere l’idoneità dei mezzi per il mercato statunitense, provocando così una differenza sostanziale tra i valori certificati e quelli reali che di fatto superavano la soglia consentita.
Nel caso sono state prese in esame non solo le automobili destinate all’esportazione in Usa, sulle quali nel 2015 si era scoperta la manipolazione, ma anche quelle vendute ai consumatori europei, che in molte nazioni, hanno avviato class action chiedendo un rimborso per frode. Sono stati stanziato allo scopo 50 milioni di euro, e in Italia, le associazioni di tutela hanno già annunciato che la somma che verrà pagata ad ogni utente sarà di massimo 1100 euro.
Scandalo dieselgate, “Ex manager Volkswagen hanno manipolato i software per il controllo delle emissioni”
Ex manager Volkswagen condannati per lo scandalo Dieselgate, il caso delle emissioni ridotte con software manipolati per rientrare nei livelli consentiti, che era iniziato da una indagine statunitense che aveva stabilito che la soglia in realtà era molto più elevata rispetto a quanto dichiarato nei test ufficiali. Con quest’ultima sentenza si è conclusa solo una prima fase del procedimento, che vede imputati in totale 31 dirigenti, che saranno giudicati prossimamente, mentre i primi 4 hanno già ricevuto provvedimenti.
Tra questi, il responsabile del settore sviluppo motori diesel, che è stato condannato a 4 anni e mezzo, ma anche un ex membro del consiglio di amministrazione della società, al quale è stata momentaneamente sospesa la pena. Tutti i coinvolti hanno comunque annunciato che la battaglia legale proseguirà in quanto non disposti a pagare come unici capri espiatori di una frode industriale molto più ampia. Nel frattempo però per la Volkswagen quest’ultimo colpo ha rappresentato il peggioramento di una crisi, che era in atto da tempo e che oltre alla perdita economica ha provocato un enorme danno di reputazione.