Il nostro cervello tende ad invecchiare di meno grazie ad una dieta ipocalorica: è questo quello che è emerso da un interessante studio americano
La dieta ipocalorica, quindi con una quantità ridotta di calorie, può essere un toccasana per il nostro cervello, rallentandone l’invecchiamento. È questo quello che emerge da un nuovo interessante studio realizzato dall’Università di Boston, negli Stati Uniti. Studiando il cervello di 24 macachi rhesus, gli scienziati hanno cercato di capire come le calorie vadano a influenzare l’invecchiamento del nostro cervello, un processo ovviamente naturale che avviene con il passare degli anni, e i risultati sono stati per certi versi sorprendenti.
Ovviamente è presto per gridare al miracolo, ma se ciò che è emerso venisse confermato da ulteriori studi, si potrebbe pensare a delle nuove cure e nuove terapie per alcune malattie neurodegenerative come, ad esempio, l’Alzheimer. I ricercatori di Boston, come detto sopra, hanno lavorato con i macachi, precisando di aver studiato il loro cervello dopo che avevano seguito una dieta ipocalorica o standard per più di 20 anni. È emerso che nei soggetti che assumevano meno calorie vi fossero dei segnali di comunicazione nervosa più sana, oltre che una maggiore protezione nei campioni di tessuto cerebrale per quegli animali che abitualmente consumavano il 30 per cento di calorie in meno.
Come mai questo risultato positivo? Secondo chi ha realizzato lo studio, ma non solo, dando al nostro corpo un minor carburante (le calorie), il nostro metabolismo funziona in maniera più efficiente, deve lavorare di meno, e ciò sembra proteggere l’usura delle cellule del nostro cervello, rendendolo quindi più giovane più a lungo. I medici, ma anche nutrizionisti e dietologi, ripetono spesso e volentieri che le quantità eccessive sono dannose, e la ricerca della Boston University va senza dubbio a inserirsi in questo quadro: meno si mangia, meno il nostro corpo fatica e meglio è per la nostra salute.
DIETA IPOCALORICA PROTEGGE IL CERVELLO:IL COMMENTO DELLA NEUROBIOLOGA
Secondo Ana Vitantonio (di chiare origini italiane), prima autrice di questa ricerca, neurobiologa della Boston University, lo studio realizzato dal suo team rappresenta una prova “rara” e “a lungo termine”, che introdurre meno calorie nel nostro corpo “protegge l’invecchiamento delle cellule cerebrali nelle specie più complesse”. Nello studio gli scienziati si sono concentrati in particolare sul ruolo della mielina, che è il rivestimento grasso che circonda le fibre nervose del cervello, proteggendole e che nel corso della vita si degrada, dando vita anche a possibili infiammazioni.
Nei macachi sotto esame proprio la mielina è risultata essere in condizioni migliori rispetto alla media, con i geni correlati che erano più attivi, e in generale il tutto funzionava meglio. Lo stesso è emerso dalle cellule che producono la mielina e che contribuiscono a mantenerla sana, che funzionavano in maniera più efficiente rispetto a quelle scimmie invece sottoposte a una dieta standard.
DIETA IPOCALORICA PROTEGGE IL CERVELLO: I POSSIBILI RISVOLTI
Per Tara Moore, altra neurobiologa della Boston University, si tratta di dettagli molto importanti, in quanto queste situazioni vanno a incidere su cognizione e apprendimento, con tutto ciò che ne consegue. Con il passare degli anni il nostro cervello – di pari passo con il nostro corpo – subisce purtroppo un invecchiamento e più l’età avanza e più sono possibili delle infiammazioni che, a loro volta, danno vita a malattie molto gravi come il Parkinson o l’Alzheimer, e questo studio aggiunge un’ulteriore spiegazione al perché si verifichino queste malattie neurodegenerative in età avanzata.
Attraverso una dieta con meno calorie si potrebbe quindi contrastare l’invecchiamento cellulare, facendo in modo di arrivare all’anzianità con meno problemi neurologici possibili. Ovviamente la ricerca è stata effettuata su un campione ristretto, ma secondo gli studiosi ci sono buone ragioni per pensare che questi risultati possano essere applicati anche alle persone, tenendo conto che il cervello dei macachi e, in generale, delle scimmie è quello più vicino al nostro per dimensioni e funzionamento.
