Valdis Dombrovskis, vice-presidente della Commissione europea, ha avvertito gli Stati Uniti in merito al futuro dell’accordo sull’acciaio. “Gli Usa non saranno in grado di risolvere la loro controversia con l’Europa in un accordo che discrimina altri paesi. Come Ue, siamo impegnati nel multilateralismo, nell’ordine globale basato su regole. Vorremmo evitare di impegnarci in accordi che violano le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio”, ha affermato come riportato dal Financial Times prima di un incontro con Katherine Tai, la rappresentante commerciale americana.
Gli esperti hanno evidenziato infatti che alcune parti della soluzione proposta da Washington potrebbero essere ingiustamente discriminanti per le importazioni da alcuni paesi. È per questo motivo che essa non verrà probabilmente presa in considerazione. L’obiettivo, però, è quello di superare la fase di stallo al più presto. “La speranza è quella di porre fine alla minaccia di rinnovare i dazi sulle importazioni. Senza un accordo, le tariffe, revocate temporaneamente, torneranno a dicembre insieme a misure di ritorsione da parte dell’Ue”, ha aggiunto.
Dombrovskis avverte Usa su acciaio: le parole del vicepresidente della Commissione Ue
Il dibattito sull’acciaio tra Usa e Ue di cui ha parlato Valdis Dombrovskis tiene banco ormai da diverso tempo. Le tariffe precedenti erano state infatti imposte dall’ex presidente americano Donald Trump per motivi di sicurezza nazionale, ma oltraggiavano le capitali europee. Le due parti hanno dunque sospeso la disputa due anni fa e hanno promesso di formare una coalizione per l’acciaio sostenibile che avrebbe dato la priorità al metallo a basse emissioni di carbonio e avrebbe affrontato la sovrapproduzione globale e i sussidi cinesi. Un accordo tuttavia non è stato però ancora trovato.
Gli Stati Uniti hanno proposto infatti di consentire ai membri del gruppo di stabilire standard di emissione e imporre tariffe ai trasgressori, ma ciò favorisce i produttori nazionali e potrebbe violare le regole dell’OMC. Bruxelles da parte sua sta introducendo un meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera per imporre tariffe sulle importazioni in base alla quantità di carbonio che emettono, ma gli Usa non hanno un sistema ad hoc per questo.